Bonus 200 euro docenti non c’è: brutta sorpresa nella busta paga, forse arriva un’emissione speciale a metà luglio, ma i precari sono comunque esclusi
Stipendio con sorpresa, ma non troppo, per il mese di luglio 2022 su NoiPA: in busta paga non c’è il bonus 200 euro, sostegno erogato in un’unica misura per i dipendenti previsto dal Dl Aiuti per contrastare gli aumenti degli ultimi mesi. Un’assenza che fa rumore considerato che proprio il mese di luglio era quello individuato per il pagamento.
Emissione speciale per metà luglio
E allora quale può essere il motivo? Si pensa possa essere erogato più in là con un’emissione speciale il 14 luglio. La conferma invece, e non è una buona notizia, è che resteranno fuori dal bonus i precari docenti e ATA al 30 giugno. Ma i sindacati non ci stanno e promettono battaglia.
In ogni caso resta un punto interrogativo il perchè non sia stato emesso il bonus contestualmente allo stipendio di inizio luglio, considerato che si tratta di una misura destinata anche al personale scolastico con contratto a tempo indeterminato. Per il momento lo stipendio di luglio, il cui cedolino è già presente su Noipa ma il cui pagamento è previsto per il 22, non comprende il bonus.
Chi resta escluso
A beneficiare del bonus saranno anche, in ogni caso, gli appartenenti al personale docente e ATA delle scuole. A questo punto è molto probabile che verrà pagato con un’emissione speciale apposita.
Ciò che invece viene confermato, è che il pagamento non riguarderà i precari al 30 giugno. Esclusa dunque una platea di oltre 200 mila supplenti tra personale al 30 giugno. Resta fuori anche l’organico Covid il cui contratto è scaduto al termine delle lezioni a giugno.
Emendamento bocciato
C’era stato un tentativo in extremis per far rientrare i precari tra i beneficiari del bonus, con un emendamento al Decreto Aiuti presentato dal M5S, ma è stato bocciato durante l’esame del provvedimento presso la Commissione Bilancio della Camera.
I sindacati non ci stanno: pur consapevoli che il bonus da 200 euro non sarebbe certo risolutivo della loro condizione di precari, ritengono questa decisione ulteriormente vessatoria e discriminatoria nei confronti di una categoria già di per se penalizzata.