Docenti con tre anni di servizio: cambiano i loro diritti, potranno accedere direttamente al concorso, con l’obbligo poi di integrare i restanti 30 o 24 CFU
La formula finale della riforma del reclutamento docenti non lascia certo unanimemente soddisfatti sindacati e forze politiche, ma in qualche modo riesce ad abbracciare una serie di elementi che consentono di guardare con ottimismo al prossimo futuro. Come sempre, in questo tipo di riforme, la verifica sul campo di quanto messo nero su bianco diventerà spartiacque fondamentale per una valutazione oggettiva che solo la storia potrà dare.
Docenti con tre anni di servizio
Nel frattempo alcune categorie di docenti possono già affermare di poter guardare con rinnovato ottimismo a quello che sarà il percorso all’interno della scuola per i prossimi anni. In particolare, sono attesi da novità interessanti i docenti con tre anni scolastici di servizio anche non continuativi. Tutti coloro i quali sono in possesso di questo specifico requisito, con anni di servizio svolti entro il termine di presentazione delle istanze di partecipazione al concorso, nei cinque anni precedenti nelle scuole statali, avranno diritto a prendere direttamente parte al concorso.
Per l’oro l’incombenza sarà però successiva, dal momento che dovranno integrare il loro curriculum con l’acquisizione dell’abilitazione mediante i 30 CFU o i 24 CFU.
L’acquisizione dei 60 CFU/CFA e la fase transitoria
In un modo o nell’altro, il filo conduttore di questa riforma sarà proprio l’acquisizione dei 60 Cfu: il costo, la durata del percorso che porterà al loro ottenimento e i contenuti del master stesso che dovranno organizzare le università sono ancora argomento di incertezza e di discussione. Un punto fermo nel frattempo è stato messo dal ministero, che ha deciso saggiamente di non invalidare i crediti acquisiti finora in maniera simile da chi si è messo in regola con i 24 Cfu.
Nella fase transitoria, fino al 31 dicembre 2024 gli aspiranti partecipanti ai concorsi a cattedra dovranno dimostrare di possedere 30 CFU o 24, ma non saranno validi quelli acquisiti oltre il 31 ottobre 2022. Anche per loro poi ci sarà l’incombenza successiva al concorso a cattedra di dimostrare di aver integrato i crediti necessari. La fase transitoria durerà fino al 2025. Da allora l’unico metodo riconosciuto per abilitarsi darà quello dei 60 Cfu.
La precisazione
Pubblichiamo la precisazione in merito a quanto scritto nell’articolo inviata in redazione da parte di Loredana Russo, Senatrice di IpF, componente della della 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali): “Abbiamo lavorato accertandoci che nella fase transitoria siano validi i 24 cfu già acquisiti dai docenti e affinché i 60 cfu richiesti per l’accesso al concorso fossero ridotti a 30 per i docenti con 36 mesi di servizio, inclusi i crediti già acquisiti entro il 31 dicembre 2022”.
Se non passo il concorso non potrò più insegnare?
Il MIUR ci fa l’onore di poter accedere direttamente ai concorsi! Scherziamo! il MIUR continua a infrangere la direttiva 1999/70/CE del Consiglio del 28 giugno 1999 relativa all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato. Una direttiva che, vale la pena ricordarlo, prevede che scatti l’assunzione a titolo definitivo per tutti quei dipendenti che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio anche non continuativo. Vergognoso!