Bonus 200 euro docenti precari: si riaccende una piccola speranza, accolto Ordine del giorno per riconoscerlo a chi è senza contratto nel mese di luglio
Dopo la bocciatura dell’emendamento proposto dal Movimento 5 Stelle con il quale si tentava in extremis di includere anche i precari della scuola nel bonus da 200€ destinato ai dipendenti, le speranze per questa categoria sono ridotte al lumicino. Non sono però completamente svanite, perchè la politica tenta un ulteriore sforzo per provare a modificare quella che viene ritenuta una decisione discriminatoria nei confronti di una categoria già di per se penalizzata.
La proposta
Difficile dire alla fine se ci sarà una reale apertura, ma per il momento c’è da registrare da parte del governo la decisione di accogliere un Ordine del giorno finalizzato appunto a provare ad allargare l’indennità una tantum dei 200€ contro il caro vita previsto dal decreto aiuti anche ai precari.
Una fascia di lavoratori che costituisce una fetta importante di appartenenti al personale docente, amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola. Al momento infatti ricordiamo che restano fuori tutti i precari con contratti scaduti a giugno del 2022 che non hanno percepito l’indennità di disoccupazione nel mese in questione. Per loro, oltre al danno di non percepire lo stipendio a luglio, anche la beffa di veder negato il bonus da 200 euro.
Lo scopo dell’ordine del giorno
Al momento la normativa relativa all’erogazione del bonus li esclude completamente. Con quest’ordine del giorno, proposto da Margherita Del Sesto e Vittoria Casa, deputate del gruppo Insieme per il Futuro, si prova a reintegrare anche loro.
Lo scopo della proposta è fare in modo di non discriminare questa parte del personale, già in difficoltà dalla mancanza di stipendio nei mesi estivi e dall’incertezza per il futuro. L’obiettivo è fare in modo che anche ne loro confronti venga riconosciuto il bonus di 200 euro previsto per tutti gli altri lavoratori e pensionati aventi diritto. Secondo le deputate che hanno proposto l’ordine del giorno “ne va del più elementare principio di equità: la regolarità dell’ultimo anno scolastico è passata anche per il lavoro e per il senso di responsabilità di questi dipendenti” concludono Del Sesto e Casa. Ora si attende la risposta del Governo, con l’auspicio che il finale non sia del tutto simile a quello già visto con gli emendamenti.