Scuola

Aumento stipendio docenti: sembravano pochi i 107 euro lordi in busta paga, ma diventano un miraggio anche questi per l’opposizione dei sindacati

Tutto fermo per il rinnovo del contratto scolastico, che inevitabilmente ruota attorno all’aumento dello stipendio per i docenti e al conseguente saldo degli arretrati relativi. Il paradosso è che tutto sembrava portare alla chiusura di un accordo previsto per la fine dell’estate, nello specifico ad agosto, dopo l’intesa tra sindacati e ministero.

Contratto ponte

Il punto di vista comune era che sarebbe stato logico e opportuno chiudere subito un accordo ponte che avrebbe consentito una boccata di ossigeno al comparto, costituendo poi un punto di partenza per le contrattazioni successive. Ricordiamo infatti che il contratto scuola di cui si sta discutendo, anche nel momento del rinnovo, risulterà già scaduto e bisognerà sedersi immediatamente attorno il tavolo per il rinnovo successivo.

E invece proprio alcuni sindacati hanno detto no a cifre ritenute troppo basse, comportando così un blocco della trattativa. Il “contratto ponte” per il periodo 2019/2021, avrebbe consentito di mettere un punto e di andare a capo con il nuovo Ccnl 2022/2024, che potrebbe beneficiare di risorse aggiuntive derivanti dalla prossima legge di bilancio. Nel frattempo si sarebbe anche riusciti ad attualizzando la parte normativa.

107 euro di aumento lordi

Nel frattempo l’inflazione è alle stelle e gli stipendi dei docenti risultano sempre più inadeguati. E le prospettive per i prossimi due tre anni non sono certo migliori. Ora si attende un nuovo incontro all’Aran sulla parte generale per il rinnovo contrattuale della Scuola.

Sarà l’occasione di parlare anche di questioni economiche, sperando di convincere tutte le parti ad accettare in busta paga subito i 107 euro lordi già stanziati con le ultime Finanziarie, assieme ai quasi 3 mila euro di arretrati. Per fare questo servirà riuscire a convincere tutte le parti in causa per arrivare a una visione comune che consenta di archiviare la questione relativa a un rinnovo di contratto che ormai non può più essere rimandato, per questioni economiche e non solo.