Scuola

Aumento stipendio docenti: scuola al bivio, giusto accontentarsi di aumenti minimi o rinunciare per continuare a protestare nei confronti del Governo a tempo indeterminato

Per informazioni si potrebbe chiedere ai diretti interessati. Non servono ricerche e statistiche per sapere dai docenti italiani che le retribuzioni sono basse e insufficienti. Ma qualora ce ne fosse bisogno, proprio nel momento in ci si assiste all’ennesima paralisi del rinnovo del contratto scuola che avrebbe consentito quantomeno di ritoccare verso l’alto le retribuzioni anche se con cifre minime, arriva l’analisi di Eurydice.

Il gap con i colleghi europei e non solo

I cui dati confermano come gli stipendi dei docenti italiani a fine carriera siano abbondantemente al di sotto di quelli europei, addirittura 11 mila euro in meno. Un divario che certo non sarebbe stato colmato dal rinnovo del contratto scuola, almeno con le cifre di cui si parlava nelle ultime settimane. Ma quantomeno sarebbe stato un modo per smuovere la situazione, consentendo poi di sedersi nuovamente attorno al tavolo e ritoccare nuovamente verso l’alto gli stipendi.

Il gap degli stipendi dei docenti italiani è importante non solo nei confronti dei colleghi europei, ma anche nei confronti di altri dipendenti del pubblico impiego all’interno del territorio nazionale, con un disavanzo che si aggira intorno ai 5mila euro.

I sindacati bloccano la trattativa

Le risorse disponibili sono pari al 3,5% (che avrebbe consentito un aumento lordo di 104 euro medie mensili. Un aumento che non può colmare l’inflazione dell’8%. Motivazioni che hanno bloccato la trattativa per il contratto ponte che vedeva nel ministero e in Anief gli unici attori concordi nel firmare.

In arrivo gli scioperi

Con queste premesse, ci si aspetta un autunno di scioperi, con i quali i sindacati chiederanno al Governo di stanziare altre risorse. La crisi di Governo alle porte certo non apre prospettive di risoluzione immediata della questione, e così il rischio è una ulteriore paralisi a data da destinarsi. Il dibattito resta aperto: giusto accettare l’aumento irrisorio proposto dal ministero, che avrebbe quantomeno consentito di migliorare gli stipendi e di pagare gli arretrati, o giusto tenere duro e far sentire il proprio dissenso per ottenere adeguamenti più consoni, ma al momento irraggiungibili?