Aumento stipendio docenti: il no al contratto ponte diventa un rimpianto, avrebbe portato 600 euro l’anno di aumento e 3mila di arretrati in busta paga
Accontentarsi dei 50 euro di aumento netti in busta paga (600 euro l’anno in più nelle tasche) e ottenere i 3mila euro di arretrati avrebbe significato subire un’umiliazione e dare uno schiaffo all’intera categoria di docenti, o sarebbe stato un primo passo verso un miglioramento della situazione retributiva per poi ridiscutere successivamente il rinnovo del contratto scuola partendo da basi più solide?
Rimpianti per il contratto ponte
E’ il dilemma che ha contraddistinto il dibattito delle ultime settimane tra ministero e sindacati, e che ha spaccato le stesse parti sociali, in parti non uguali. Anief da una parte, d’accordo ad accettare il contratto ponte da firmare subito, entro fine agosto, per portare a casa quantomeno un risultato concreto e archiviare il contratto già scaduto e porre le basi per il prossimo. Dall’altra parte di fatto tutti gli altri sindacati, che hanno rifiutato questo rinnovo considerato insufficiente, rimandando a questo punto la trattativa a data da destinarsi.
Rinnovo che a questo punto rischia veramente di non vedere più la luce, in virtù della crisi di governo che nel frattempo è intervenuta e che dilaterà tempi di per se già lunghi. Se prima la prospettiva di arrivare a fine anno per puntare su fondi aggiuntivi mediante legge di bilancio era credibile, adesso diventa un vero e proprio miraggio in virtù dell’incertezza politica che accompagna le ultime ore.
Dubbi sui fondi del Pnrr
La crisi di governo, alla vigilia di un incontro dei sindacati all’Aran per il rinnovo di contratto, rischia di portare a un nulla di fatto. Anche in virtù dell’incertezza che accompagna lo stanziamento dei fondi del PNRR. E’ evidente come molto dipenderà dagli esiti della crisi. Un Draghi bis potrebbe consentire di riprendere il discorso interrotto e non dilatare eccessivamente i tempi. In caso di addio dell’attuale premier invece, con il rischio di dimissioni di molti ministri, la situazione potrebbe bloccarsi definitivamente.
Sempre la solita manfrina: “Il contratto buono sarà il prossimo” e così, facendoci prendere in giro ogni volta siamo arrivati dove siamo arrivati… Non rimpiango una miseria!
Meglio così , e non accettare la loro elemosina, tanto prima o dopo si andrà a votare e chissà quale partito sarà penalizzato non andando a votare. Caro pd