Immissioni in ruolo 2022: già escluse assunzioni a tempo indeterminato per alcune classi di concorso, la soluzione può arrivare dal doppio canale di reclutamento
Se la notizia data dal Ministero dell’Istruzione della possibilità di andare ben oltre le immissioni in ruolo previste, con un aumento di oltre un terzo rispetto alle già ottimistiche previsioni (saranno 94 mila invece delle previste 64mila) era stata accolta favorevolmente, l’ottimismo è durato poco.
Niente assunzioni per alcune classi di concorso
Infatti si comincia già a pensare ai difetti di una procedura che potrebbe portare a risultati molto più limitati rispetto al previsto. L’esempio arriva dal Piemonte, dove si dà già per scontato che non si procederà con le assunzioni a tempo indeterminato per alcune classi di concorso.
La certezza è arrivata in seguito alla pubblicazione da parte dell’Ufficio scolastico regionale dell’elenco delle classi di concorso. Il problema è che le Graduatorie di merito saranno pubblicate dopo il 31 agosto o non beneficeranno della presenza di candidati che abbiano superato le prove. Questo comporterà l’impossibilità di attivare la procedura informatizzata di immissione in ruolo per l’a.s. 2022/2023.
Persi la metà dei posti autorizzati dal Mef
Un fallimento della procedura delle immissioni in ruolo così come è concepita attualmente che rinnova la richiesta da parte dei sindacati del ripristino del doppio canale di reclutamento, che consentirebbe di scongiurare simili situazioni.
Lo scenario comporta che per i docenti precari aspiranti all’assunzione a tempo indeterminato il percorso diventa sempre più complicato e contrassegnato da incertezze.
Secondo Anief, la procedura di immissioni in ruolo alle porte, alla luce delle difficoltà che emergono, potrebbe portare al risultato di circa la metà dei posti che il Mef ha assegnato perse. Il che comporterebbe il ricorso ad altrettante supplenze annuali.
I precari con 36 mesi di servizio
L’unica eccezione è rappresentata dalle assunzioni su sostegno prima fascia Gps. Per il resto delle immissioni in ruolo, non si ricorrerà alle graduatorie provinciali per assumere a tempo indeterminato. Non migliora la situazione per i precari con 36 mesi di servizio, con la conseguenza che in Italia, anche e soprattutto nel mondo della scuola, si continua ad abusare di contratti a tempo determinato che alimentano il precariato.
Se non venisse attuata la legge 36/22, la Scuola pubblica sarebbe salva.
PIÙ CHE GIUSTO
Piu che giusto cosa che non si immettanonin ruolo docenti con abilitazione e titoli e 36 mesi di servizio precari da 10 anni?