Messa a disposizione 2022: diventerà fondamentale anche quest’anno, si prevede che oltre la metà delle 94mila immissioni in ruolo autorizzate non saranno assegnate
Il proposito del Ministero dell’Istruzione di provvedere a 94.130 immissioni in ruolo è certamente positivo, ma lascia scettici i sindacati circa la possibilità che si riesca effettivamente a provvedere a un numero di assunzioni così elevato rispetto alle 64 mila inizialmente previste.
Prospettive pessimistiche
Molti i sindacati, come Uil e Anief, che restano convinti che alla fine non si riuscirà ad arrivare nemmeno alla metà dei posti ipotizzati, con la restante parte che resterà scoperta. In ogni caso, proprio i sindacati non dimenticano che anche se si dovesse provvedere a tutte le immissioni in ruolo previste, il problema delle cattedre scoperte non sarebbe completamente risolto, anzi.
Eppure le iniziative del ministero in questa tornata di immissioni in ruolo erano state diverse, a cominciare dal ripristino della call veloce, tornata attiva dopo un anno di pausa. Stesso discorso per il percorso delle assunzioni con contratto a tempo determinato dalle GPS, anche per posti di sostegno.
La piaga del precariato non viene sanata
La prospettiva di concorsi scuola annuali, anche se semplificati, lascia molto scetticismo nei sindacati convinti che si andranno a sovrapporre procedure con la conseguenza inevitabile di posti scoperti e la necessità dell’ennesimo ricorso massiccio alle supplenze e ai contratti a tempo determinato che alimentano la piaga del precariato nella scuola.
Il male originario sta nel non considerare i docenti con tre e più anni di servizio e inseriti a pieno titolo in graduatorie provinciali. Per loro solo la prospettiva di altre supplenze annuali, con porte chiuse per l’accesso al ruolo.
Ricorso alla messa a disposizione
Il ricorso alla messa a disposizione, strumento utile ma che non può essere ogni anno la panacea di tutti i mali, diventa inevitabile.
Anief spinge affinchè si provveda a garantire agli idonei dello straordinario bis di essere inseriti nelle graduatorie finali di merito per poi essere assunti.
Ai limiti del paradosso – sottolinea la segretaria generale Cisl Scuola – continua a essere la situazione del sostegno, dove emergono con evidenza anche i limiti e gli errori di una programmazione dell’offerta formativa a di poco squilibrata per ciò che riguarda i corsi per il conseguimento dei titoli di specializzazione.