Crisi di governo Draghi: in caso di addio torna la Legge Fornero e si allontana il rinnovo del contratto scuola insieme alla Legge di Bilancio di fine anno
La crisi di governo è a un passo. La fiducia incassata da Draghi non ha numeri sufficienti per consentire all’ormai ex premier di andare avanti in un clima di fiducia. I passi indietro del Movimento 5 Stelle, che di fatto ha dato il via alla crisi, e del centrodestra, pronto adesso a raccogliere l’eredità in caso di elezioni anticipate in autunno, sono stati decisivi per convincere Draghi e rimettere il suo mandato nelle mani di Mattarella.
Un delicato passaggio di consegne
Ora il Governo dovrà traghettare il Paese verso uno dei passaggi di consegne più delicati della storia del nostro Paese, con molte questioni ancora aperte, a cominciare da quelle relative alla scuola e al tema pensioni. In tutto ciò, c’è ancora da gestire una pandemia che sta tornando a farsi sentire con numeri preoccupanti, e che andrà affrontata in vista di un autunno che si prospetta complicato in vista del ritorno al lavoro e della riapertura delle scuole.
Una delle difficoltà maggiori per il Paese è costituita dal fatto che l’attuale Governo non potrà varare la Legge di Bilancio. Non sarà facile nemmeno per la prossima maggioranza. In questi casi, si può ricorrere all’esercizio provvisorio, non riuscendo ad approvare la manovra entro dicembre 2022. Non una buona notizia considerata la situazione economica nazionale e internazionale, e il fatto che i puntava molto su fondi aggiuntivi a fine anno.
Torna la Legge Fornero
Stop in questo caso anche alla riforma del fisco e a quella delle pensioni. Inevitabile il ritorno a gennaio 2023 della Legge Fornero.
Ci sono poi da completare i passaggi che riguardano la scuola, con i decreti attuativi per la riforma del reclutamento dei docenti.
Si allontana il rinnovo del contratto scuola
Da capire anche cosa vorrà fare Mattarella: se sceglierà il voto anticipato scioglierà in anticipo le Camere. Ma potrebbe anche preferire una soluzione più conservativa e mantenere il più possibile lo status quo dando l’incarico a una nuova personalità per attendere la scadenza naturale del mandato nel 2023. Come detto per la scuola il rischio più grande deriva dalla gestione della pandemia con le regole in vista della riapertura delle scuola, la definizione della riforma del reclutamento docenti e il rinnovo del contratto scuola. Proprio quest’ultimo è quello che rischia maggiormente di dover attendere.
Ma chi è già in possesso dei 60 CFU in psicologia/pedagogia/antropologia/psicologia clinica? Nei miei 60 sono inclusi i 24 CFU? Grazie
Un giorno sì ed un giorno no di sciopero ad oltranza, in due settimane avremo un contratto decente.
Buon giorno, almeno nei passati decenni i “vecchi politici” sapevano che prima delle elezioni bisognava dare il ” contentito” alla gente perché questa andasse più contenta (apparentemente) a votare. Ora questi non fanno neppure questo dopo che il contratto è scaduto da 44 mesi neppure questo sono stati capaci di fare. Allora che vadano loro a votarsi tra di loro. Sono stufo di essere preso in giro in fondo i soldi per le elezioni gli hanno per le persone che lavorano mai.
Grazie.
Sante parole…i politici? Che vadano tutti al diavolo!!!
Aiuto fate la riforma pensioni come ha detto nell’ ultima bozza il presidente draghi e cioè lasciare anche opzione donna per il 2023 grazie