L’addio del Governo Draghi, impegnato in questa calda estate a traghettare il Paese verso il passaggio di consegne che consentirà al nuovo esecutivo, questa volta probabilmente eletto in base al voto delle urne, di subentrare a fine settembre, costituisce per i sindacati l’occasione di sperare che alcune delle riforme fatte nell’ultimo periodo possano vacillare.

Il percorso della riforma del reclutamento scolastico

Una di queste è sicuramente legata alla riforma del reclutamento scolastico, che in base al parere dei sindacati, non rappresenta quel miglioramento e semplificazione di cui il mondo della scuola aveva bisogno, anzi. Per questo i sindacati ripongono nuove speranza in chi prenderà il posto dell’attuale ministero.

Ma nel frattempo la riforma del reclutamento docenti, non ancora perfezionata, prosegue il suo iter in vista dell’attuazione di quei decreti senza i quali non può entrare in vigore.

La riforma del reclutamento docenti necessita di 14 decreti attuativi per completare il suo percorso e diventare esecutiva. Il primo in ordine di tempo riguarda il percorso da 60 cfu che si concretizza in un percorso universitario assimilabile a un vero e proprio master.

Master da 60 Cfu a numero chiuso?

Un percorso che dovrebbe avere un pregio e un difetto: il pregio è costituito dal fatto che il ministero è intenzionato a porre un tetto massimo di costo per questo percorso che sarà a spese dei partecipanti. Il difetto è costituito dal fatto che con ogni probabilità, si tratterà di un master a numero chiuso, in base alle necessità della scuola italiana. L’obiettivo è non consentire a più docenti di quanti potrebbero essere stabilizzati di ottenere l’abilitazione che consente la partecipazione al concorso.

Il DPCM che perfeziona il percorso dei 60 cfu dovrebbe arrivare entro il 31 luglio e delineerà i contorni del master da 60 CFU/CFA. Sarà così possibile capire come acquisire i crediti formativi universitari o accademici necessari per la formazione iniziale.