Scuola

Tirocinio diretto e indiretto: con il nuovo percorso di abilitazione docenti maggiore valore alla pratica in classe per immettere in ruolo docenti già pronti

Il nuovo percorso per l’abilitazione docenti non dovrebbe subire grossi scossoni nonostante le elezioni anticipate di settembre che comporteranno un cambio del Governo e con ogni probabilità anche del ministero. Almeno nel breve periodo la struttura voluta dal ministro Bianchi non dovrebbe essere sostanzialmente modificata. Con il tempo è possibile che il nuovo Governo possa ascoltare le richieste dei sindacati, insoddisfatti su molti aspetti della riforma del reclutamento docenti.

Come abilitarsi all’insegnamento

In base alla nuova riforma, per abilitarsi all’insegnamento nelle scuole secondarie di primo e secondo grado sarà necessario seguire un percorso universitario e accademico di formazione iniziale di almeno 60 CFU/CFA. In seguito ci sarà poi la necessità di superare una prova finale con una prova scritta e una lezione simulata.

Ancora da definire nel dettaglio il percorso da 60 CFU/CFA, soprattutto per quel che concerne l’ipotesi che sia a numero chiuso in base alle necessità di stabilizzazione dei docenti, e per quel che riguarda i costi. Quel che sembra certo è che il percorso sarà costituito da almeno 10 crediti di area pedagogica, necessari per la formazione iniziale, e di attività di tirocinio diretto e indiretto non inferiore a 20 CFU/CFA.

Differenza tra tirocinio diretto e indiretto

Per ogni CFU/CFA di tirocinio, sarà richiesto un impegno in presenza nelle classi di almeno 12 ore.

Il tirocinio diretto vale anche per i 24 Cfu, che avranno validità se conseguiti entro il 31 ottobre 2022, e che saranno spendibili a patto di riuscire a integrarli conseguendo almeno 10 CFU/CFA di tirocinio diretto.

Per tirocinio diretto si intende quello svolto in classe, in cui si testano sul campo a livello pratico le proprie capacità. Quello indiretto è quello svolto presso gli atenei. In questo caso si tratta di momenti simulati che servono come preparazione a quello che sarà poi il vero insegnamento in classe. Con la riforma si punta a una formazione iniziale dei docenti più pratica.