Scuola

Rinnovo contratto scuola: aumento stipendio docenti di 80€ lordi un affronto per i sindacati che annunciano già scioperi a inizio settembre

Poteva essere l’estate della firma del contratto, se i sindacati avessero accettato la proposta ponte del ministero e concluso la trattativa a fine agosto. E invece sarà una lunga estate di riflessione, e forse anche di più, considerato che a questo punto nessuno è interessato più ad accelerare in vista delle elezioni di fine settembre.

Non bastano 80 euro lordi

Occasione che i sindacati sperano di sfruttare per sentirsi dire che ci sono risorse superiori a quelle finora messe dal Governo a disposizione del ministero per rinnovare i contratti scaduti. Al momento, le cifre messe sul piatto dall’Aran ai sindacati sono fermi a un aumento effettivo lordo delle retribuzioni dei docenti pari a circa 80 euro medi mensili. Un vero e proprio affronto per i sindacati che ne chiedevano 300. C’è poi da aggiungere la valorizzazione del personale docente per la quale sul piatto ci sono altri 270 milioni di euro.

Per la revisione dei profili professionali del personale ata sono stati previsti circa 36 milioni di euro. Invece per il salario accessorio sono previsti ulteriori 14 milioni di euro. Lo dice Serafini di Snals-Confsal. Le ultime proteste sindacali hanno consentito di ritoccare le cifre, ma non abbastanza. Se proprio non sarà possibile adeguare le retribuzioni dei docenti a quelle medie europee, i sindacati chiedono almeno che si possa equipararle a alla media retributiva degli altri settori pubblici.

Scioperi a settembre

Lo scopo dei sindacati è arrivare alla valorizzare della professionalità docente, assicurare una formazione di qualità per tutta la categoria, consentire un innalzamento e qualificazione dei profili ATA.

Il ‘no’ al contratto ponte porterà inevitabilmente a una serie di proteste, che complicheranno l’inizio del prossimo anno scolastico. Firmare a fine agosto avrebbe consentito quantomeno di guadagnare tempo, di assicurare un aumento in busta paga ai docenti e soprattutto di saldare gli arretrati, con cifre anche abbastanza significative. Tutto ciò non avverrà e dunque i sindacati scenderanno in piazza, soprattutto per sensibilizzare subito il nuovo governo sulle esigenze della scuola.