Aumento stipendio docenti: in 12 anni solo 50 euro netti d’aumento, la rinuncia al contratto ponte costa 600 euro netti l’anno e fino a 3mila euro di arretrati subito
La decisione della quasi totalità dei sindacati di rifiutare la proposta di rinnovo del contratto scuola con una proposta ponte da firmare a fine agosto che avrebbe consentito quantomeno un aumento in busta paga e il saldo degli arretrati, comporterà un’ulteriore attesa per l’esercito di dipendenti della scuola in attesa di un adeguamento economico ormai pluriennale.
Contratto bloccato da anni
Insegnanti e personale Ata attendono il rinnovo di un contratto bloccato dalla fine del 2018. In oltre dieci anni i lavoratori della scuola hanno beneficiato di un aumento in busta paga di soli 50 euro lordi. L’ultima proposta del ministero, per il rinnovo del contratto, era di un aumento di 102-123 euro lordi per i docenti (88 euro per gli Ata) proposto dall’Aran, che avrebbe consentito quantomeno di sbloccare il contratto risalente al periodo 2019-2021.
La mossa di rinunciare da parte dei sindacati, in attesa per la prossima legge di bilancio potrebbe rivelarsi sbagliata alla luce di quanto avvenuto al Governo, con la crisi che ha portato all’addio di Draghi e alla decisione di andare alle urne a fine settembre. Cosa che difficilmente consentirà di avere una legge di bilancio, e soprattutto di averne una che possa investire subito sul rinnovo del contratto scuola.
La linea dura dei sindacati
Si saranno pentiti i sindacati di questa scelta? Difficile dirlo. Il pensiero dei dipendenti della scuola in queste settimane è sembrato equamente diviso tra quanti sostengono la linea dei sindacati, ritenendo giusto rinunciare a un aumento irrisorio (le parti sociali chiedevano almeno 300 euro lordi di aumento), e quanti invece avrebbero preferito vedere qualche risultato concreto, che in qualche modo avrebbe portato a oltre 600€ netti di aumento annuali in busta paga e soprattutto il saldo di arretrati con somme tra i 1500€ e i 3000€ sul conto.
Ormai è tardi per eventuali rimpianti, l’unica speranza è che il nuovo governo metta il rinnovo del contratto scuola tra le priorità, assicurando quegli aumenti che il personale scolastico aspetta da anni.
600 euro il prezzo dei pezzenti… Sciopero o blocco delle attività, è ora di ridare dignità alla scuola non di dire se almeno avessimo preso quelli… Con sto modo di pensare siamo diventati i più pezzenti del pubblico impiego e la barzelletta d’ Europa.
Sono pienamente d’accordo con la scelta fatta dalla maggior parte delle sigle sindacali. Le cifre proposte dal governo rappresentavano il solito contentino ad una categoria che ormai da anni ha perso credibilità e rispetto professionale. Purtroppo con le prossime elezioni del 25 settembre sono molto scettico in merito ad una risoluzione dignitosa del rinnovo contrattuale da parte del nuovo governo. Sia esso di destra, sia di sinistra, non manterranno le eventuali promesse in fase elettorale. Solo una massiccia mobilitazione, forse, potrebbe far acquisire alla nostra categoria quella considerazione che meritiamo per il nostro lavoro.
Per i dirigenti 700€ netti di aumento subito ottenuto nei mesi scorsi…insegnanti ridotti a pezzenti. Eppure i dirigenti rappresentano una casta parassitaria: firmano il lavoro degli altri! Ma sono una lobby legata al potere.