Nell’ambito delle immissioni in ruolo docenti da GPS, prendono il via quelle sui soli posti di sostegno. Una decisione del ministero per Anief illegittima, dal momento che sancisce l’esclusione degli insegnanti precari inseriti in prima fascia sui posti curricolari nelle Graduatorie provinciali per le supplenze.

Oltre 10mila cattedre libere

Un paradosso se si considera che dovrebbero esserci qualcosa come 10 mila cattedre libere residue dall’anno scorso e che potrebbero essere assegnate adesso a tempo indeterminato. Secondo Anief si tratta di una norma che costituisce una scelta discriminatoria e irragionevole. Per questo, sono già stati annunciati i ricorsi al Tar del Lazio.

Se i giudici dovessero dare ragione al sindacato, scatterebbe la possibilità di consentire la partecipazione dei docenti inseriti in prima fascia Gps su posto comune-curricolare alle nomine in ruolo 2022/2023. Al momento le nomine da Gps sono consentite unicamente per la prima fascia sostegno.

Esclusa la stabilizzazione dei docenti di disciplina

Già oggi sono iniziate le procedure telematiche per la presentazione delle istanze, in ritardo rispetto al previsto considerato che invece delle ore 9, la piattaforma è risultata attiva solo dalle 14,30. La mancata presentazione dell’istanza, comporta la tacita rinuncia alla partecipazione alla procedura.

Una procedura che esclude la stabilizzazione dei docenti di disciplina collocati nella prima fascia GPS.

Penalizzazione per chi è in prima fascia

Il sindacato reputa come discriminatoria la decisione in base alla quale un docente abilitato inserito in prima fascia GPS, con posti vacanti per quella classe di concorso (senza colleghi nelle graduatorie di merito e nelle GaE) sia escluso dall’immissione in ruolo. La decisione presa per i docenti di sostegno specializzati, anche loro inseriti nella prima fascia GPS, dovrebbe essere estesa.

Una forte penalizzazione per i docenti collocati in prima fascia Gps su posto comune o curricolare, come anche sancito da Bruxelles e sancito dalla Corte di Giustizia europea da diversi anni circa l’immissione in ruolo automatica dei precari, e che invece in Italia subiscono licenziamenti annuali per poi essere nuovamente immessi in ruolo, a tempo determinato, l’anno successivo.