Pensioni scuola: a gennaio ritorna la legge Fornero e si lascia il lavoro a 67 anni o con quasi 43 anni di contributi, serve Quota 100 o 102 flessibile
Senza riforma pensioni dal prossimo gennaio torna la legge Fornero, il che vorrà dire uscire dal mondo del lavoro a 67 anni o con quasi 43 anni di contributi, senza deroghe. A meno che il nuovo Governo non riesca a varare in tempi record una riforma che stravolga completamente l’impianto pensionistico attuale.
Le pensioni della scuola
Un problema che riguarda anche la scuola. Il sindacato Anief auspica il ripristino dei requisiti pre-Fornero. La necessità è evidente alla luce del flop di Quota 102, per evitare di costringere chi ha lavorato per decenni a lavorare fino alla soglia dei 70 anni.
Una nuova riforma sarebbe sostenibile solo separando le competenze a bilancio dell’INPS, distinguendo le spese del welfare dalle pensioni.
Per la scuola, Anief auspica una finestra specifica, come Quota 96, che tuteli lavoratori a rischio burnout dopo i 60 anni. A tutto questo va aggiunta la possibilità di riscatto gratuito della laurea, ascoltando le indicazioni del presidente dell’Inps Pasquale Tridico. Meno convincenti altre soluzioni come l’anticipo in cambio della tramutazione di tutto il servizio nel sistema contributivo, con tagli anche del 30-40% dell’assegno.
Professioni logoranti
Anief chiederà al prossimo Governo di introdurre assegni allineati all’inflazione e liquidazione immediata TFS/TFS e anticipo di un anno per le mamme. Non solo: ai lavoratori della scuola va riconosciuto lo status di professione logorante e con un’alta percentuale di burnout, in modo che diventi ufficialmente lavoro usurate con uscita anticipata attorno ai 60 anni di età senza decurtazioni.
Le proposte
In questo senso è auspicabile il superamento dl ritorno della Legge Fornero, con l’introduzione di Quota 100 o 102 “flessibile”. Quello della riforma pensioni è sicuramente un tema sul quale si giocherà anche parte della campagna elettorale che di qui alla fine di settembre caratterizzerà l’estate che consegnerà all’Italia il nuovo Governo, questa volta, si spera, eletto direttamente dalle urne e con una maggioranza in grado di governare stabilmente per i prossimi cinque anni.