Ata, Scuola

Organico covid Ata 2022/23: 55mila contratti temporanei in fumo, ma c’è la consolazione del bonus da 200 euro da richiedere entro fine ottobre

A pochi giorni dall’inizio delle lezioni, iniziano ad arrivare da parte del ministero le prime indicazioni sulla gestione della pandemia a scuola. Ciò che salta agli occhi è il netto allentamento di misure restrittive e precauzioni nei confronti del Covid, alla luce dei numeri rassicuranti dell’ultimo periodo e del basso tasso di ospedalizzazioni e ricoveri in terapie intensive che lasciano ben sperare circa un miglioramento delle conseguenze per chi contrae questa malattia.

Fase acuta della pandemia alle spalle

Tutto dipende come sempre dall’evoluzione dei contagi dei prossimi mesi e soprattutto dall’arrivo o meno di nuove varianti che potrebbero far schizzare nuovamente la curva dei contagi e incidere sulle ospedalizzazioni. Ma ormai da marzo scorso l’Italia non è più in stato di emergenza e questo ha ripercussioni inevitabilmente anche sull’organico aggiuntivo di cui le scuole hanno bisogno, almeno nel disegno del Governo che ha deciso di non prorogare ulteriormente l’Organico Covid per il 2022/2023.

Sindacati e dirigenti scolastici, oltre naturalmente ai diretti interessati, non sono d’accordo con questa visione perchè se è vero che lo stato di emergenza è terminato e la fase acuta alle spalle, le esigenze di pulizia e sanificazione restano superiori al periodo pre pandemia, e in ogni caso l’organico Covid, soprattutto Ata, era servito a compensare l’atavico deficit di personale in cui versa la scuola italiana da anni.

55mila contratti non rinnovati

Dunque per il momento, in attesa di eventuali decisioni del nuovo governo che entrerà in carica a ottobre, l’organico Covid non è stato confermato, con 55mila contratti temporanei in fumo. Magra consolazione per questo personale, il bonus 200 euro esteso anche ai precari della scuola, per ottenere il quale è necessario inoltrare istanza all’Inps entro il 31 ottobre. Nel frattempo in ogni caso i sindacati, Anief in primis, sono sul piede di guerra e protesteranno nei prossimi giorni per far cambiare idea all’attuale Governo e sensibilizzare quello che tra un mese sarà in carica.