Il tema del Tfa sostegno e dell’accesso ai corsi di specializzazione continua a tenere banco. Il numero chiuso è da sempre oggetto di dibattito, ed è ciò che si teme possa avvenire anche per i master di abilitazione da 60 Cfu che fanno parte della riforma del reclutamento docenti. Adesso si rischia che per il Tfa si possa risolvere la questione, almeno parzialmente, del numero chiuso, ma che si apra per tutto il resto dell’abilitazione alla professione docente se la riforma del ministro Bianchi non subirà forti scossoni con il nuovo Governo.

L’emendamento

Per risolvere la questione dell’accesso ai corsi di specializzazione sul sostegno è stato proposto un emendamento riservato ai precari con 3 anni di servizio negli ultimi 5 anni.

Al momento, infatti, la legge 76/22 stabilisce che ai precari per accedere ai corsi di Tfa sostegno è richiesta, oltre al servizio di 3 anni, sia l’abilitazione all’insegnamento che il titolo di studio valido.

In caso di approvazione dell’emendamento della Lega, a prima firma Pittoni, i precari per accedere ai corsi di specializzazione dovranno avere, oltre i 3 anni di servizio, o l’abilitazione all’insegnamento o il titolo di studio. Non entrambi come richiesto adesso.

L’errore decisivo

L’emendamento prevede semplicemente la sostituzione della lettera ‘e’ con la lettera ‘o’. Una piccola modifica di una vocale che consentirebbe però ai precari di veder notevolmente facilitato l’accesso al Tfa. Con l’emendamento si interviene sulla questione dell’accesso riservato ai corsi di specializzazione di chi vanta almeno tre annualità di esperienza sul sostegno negli ultimi cinque anni. L’emendamento consentirebbe di attuare una maggiore continuità con la normativa precedente, considerato che la “e” presente nel testo attuale è frutto di una svista nella fase di trascrizione, che si configura quindi come semplice errore materiale ma che per i precari rappresenta uno scoglio di accesso non da poco.