Organico covid Ata proroga contratti: emendamenti al decreto Aiuti Bis per la conferma di 40mila docenti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario
Sono ore decisive per i precari della scuola, alla luce della discussione circa gli emendamenti che potranno stabilire il futuro dell’organico Covid, al momento senza possibilità di rinnovo per il prossimo anno scolastico. In queste ore infatti si discutono al Senato gli emendamenti con all’ordine del giorno dell’Assemblea la discussione del disegno di legge di conversione del decreto Aiuti-bis, che segue l’esame delle Commissioni riunite V e VI.
Viene meno un contingente fondamentale
Nei giorni scorsi sono arrivate le critiche al testo con gli emendamenti per chiedere, tra le altre cose, la proroga dell’organico covid, che soprattutto per gli Ata costituisce un contingente fondamentale per la gestione dell’organizzazione quotidiana scolastica a pochi giorni dal rientro in massa sui banchi degli studenti italiani. In queste ore si riunirà la Conferenza dei Capigruppo.
Si deciderà anche sugli emendamenti Anief e di diverse forze politiche al decreto Aiuti Bis finalizzati alla conferma dell’organico Covid da almeno 40mila docenti e Ata. Ma ci sono anche altri temi all’ordine del giorno, sempre sul tema precari, come l’inclusione nelle graduatorie del concorso Straordinario bis di tutti i partecipanti alle prove e sulla cancellazione del docente esperto da pagare tra 10 anni dopo tre trienni di formazione.
La minaccia dello sciopero a inizio anno scolastico
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che “la riuscita manifestazione a Roma del 30 agosto ha messo d’accordo tutti i partiti e gli altri sindacati e negare le nostre richieste rappresenterebbe l’ultima beffa attuata da un Governo uscente che doveva agire solo su ambiti di urgenza ed invece ha deciso di imporre decisione che non fanno il bene della scuola, degli studenti e del personale. Riteniamo fondamentale ribadire l’importanza delle nostre richieste, perché la scuola ha bisogno di aiuto, non di disposizioni di facciata e discriminatorie come la riforma del reclutamento e della formazione approvata la scorsa primavera. A questo punto, se il Senato, su spinta del Governo, oggi non darà risposte positive, inizieremo lo stato di agitazione, con assemblee nei luoghi di lavoro, sino ad arrivare allo sciopero: il prossimo Governo – conclude Pacifico – dovrà far venire meno quelle disposizioni e inserire le nostre richieste nella legge di bilancio 2023”.