Scuola

Assunzione diretta docenti: lo scoglio è scongiurare il sospetto di scelte basate su amicizie, interessi e raccomandazioni

In attesa di capire se la riforma del reclutamento docenti, messa in stand by in virtù dell’ormai prossimo avvicendamento del Governo Draghi con quello che verrà eletto a fine settembre, resterà la stessa pensata dal ministro Bianchi o prenderà altre direzioni, magari più vicine alle richieste dei sindacati, continua a rappresentare un motivo di discussione la proposta di assunzione diretta dei docenti riservata ai dirigenti scolastici.

Selezione riservata ai presidi

Una soluzione he rivoluzionerebbe, questa davvero, il modo di accedere alla professione insegnante, di fatto abolendo tutte le procedure concorsuali e diventando una selezione fatta dai presidi sulla base di curriculum, colloqui e prove sul campo la cui responsabilità ricadrebbe poi integralmente sulla scuola stessa che ha assunto il docente.

Con tutti i dubbi e le perplessità che ne deriverebbero, a cominciare dall’inevitabile alimentarsi della culture del sospetto che farebbe inevitabilmente pensare a scelte basate su amicizie, interessi e raccomandazioni con il merito che, già frustrato dal meccanismo nozionistico dei concorsi, andrebbe a farsi benedire.

Selezione non adeguata dei concorsi

Eppure la proposta arriva direttamente da chi ogni giorno è a contatto con i docenti e con chi assiste all’assunzione di figure che evidentemente i concorsi non contribuiscono a selezionare adeguatamente. Senza considerare i costi e i tempi dei concorsi stessi, che portano poi alla carenza di docenti, alle cattedre vacanti e al precariato che contraddistingue la scuola italiana.

La proposta infatti è dell’ANP, ma non vede favorevoli i sindacati. Il coordinatore nazionale Rino Di Meglio sottolinea che con questa proposta si finge di ignorare che vi è obbligo di concorso per i posti pubblici, il che comporterebbe un concorso moltiplicato per 8000 scuole, pura fantascienza.

Modello più snello

Di tutt’altro avviso Antonello Giannelli, secondo cui il meccanismo di assunzione del personale a scuola non è pensato per soddisfare la richiesta. Si hanno in continuazione ritardi e la costituzione di un precariato consistente che bisogna stabilizzare.

“A fronte di questa situazione un po’ insoddisfacente – prosegue il preside – bisognerebbe fare come si fa all’estero: attribuire alle scuole il potere di assunzione del personale stesso. Sarebbe molto più efficiente, molto più snello e molto più adatto alle esigenze della scuola”.

Parlamento va verso i concorsi

Secondo Giannelli, infatti, “noi dobbiamo valutare non solo le nozioni, ma anche altre competenze, incluse quelle motivazionali, per capire se il candidato è un bravo docente”.

Scettico anche l’attuale ministro Patrizio Bianchi, che assicura di tenere in considerazione la richiesta dei presidi della chiamata diretta dei docenti, ricordando però che il Parlamento è andato nella direzione dei concorsi.