Sanzioni disciplinari docenti: pene per docenti non produttivi decise dai presidi, è polemica
Ha fatto molto discutere la proposta fatta dall’Aran di modificare le parti del contratto scuola, in attesa di rinnovo da tempo soprattutto per quel che riguarda l’aumento dello stipendio del personale scolastico, di dare più poteri ai dirigenti scolastici soprattutto per quel che concerne la discrezionalità sanzionatoria in caso di inadempienze degli insegnanti. L’idea di pene per i docenti non produttivi erogate direttamente dai dirigenti scolastici viene rigettata dai sindacati.
La reazione dei sindacati
Una proposta che è stata bocciata prontamente dai sindacati, contrari a questo tipo di visione ‘punitiva’ di eventuali mancanze dei docenti e del modo in cui le stesse possono essere valutate.
Spiega quello che è avvenuto il presidente Aran, Antonio Naddeo, a margine del Congresso della Uil Scuola, nell’ambito del rinnovo del contratto per il comparto Istruzione e Ricerca.
La posizione Aran
Poi sul tema delle sanzioni nei confronti degli insegnanti da parte dei dirigenti scolastici, Naddeo spiega: “C’è stata un po’ di confusione, noi abbiamo presentato un testo. Nel precedente contratto non era prevista una parte relativa alle sanzioni disciplinari. Abbiamo fatto semplicemente una proposta, che non è stata approvata da nessuna organizzazione sindacale. Cercheremo di trovare una mediazione e vedere quale sia lo strumento migliore per introdurre in questo contratto le misure disciplinari. Questo non vuol dire che non saranno i presidi, gli istituti scolastici. La nostra è stata proposta, la prima, vedremo di trovare un punto di incontro con i sindacati”.
Il pensiero di Flc Cgil
Dunque il tema delle sanzioni nei confronti dei docenti da parte dei dirigenti scolastici potrebbe tornare di moda nelle prossime settimane, ma andranno discusse nel dettaglio le modalità per evitare che si generino situazioni equivoche.
Flc Cgil: “Per noi è impensabile, dice Francesco Sinopoli, che le sanzioni vengano erogate dal dirigente scolastico. Ciò lede chiaramente con il principio costituzionale della libertà di insegnamento. Si tratta di una soluzione che per la scuola, democratica e collegiale, non può funzionare. Abbiamo bisogno di un organismo terzo, paritetico, abbiamo bisogno di cambiare a fondo”.