Scuola

Sostegno 2023: aumentano i docenti, ma non sono assunti a tempo indeterminato e molti non sono nemmeno specializzati

Al di là delle ammissioni del ministero sull’erronea procedura di assegnazione delle supplenze sul sostegno da parte dell’algoritmo, per quel che riguarda il pasticcio che ha portato i docenti di II fascia senza specializzazione, con riserva, a scavalcare i docenti della I fascia specializzati, resta in Italia un problema sul mondo del sostegno.

Aumento dei supplenti di sostegno

La realtà racconta di una scuola del sostegno in Italia caratterizzata da sempre più docenti precari e non specializzati. I dati vengono messi nero su bianco da un dossier pubblicato dalla Fondazione Agnelli sul mondo della scuola e sono inequivocabili.

Lo studio prende in considerazione i dati della Ragioneria dello Stato, del Ministero dell’Istruzione, di Eurostat e di Ocse. Secondo i dati, sono cresciuti gli insegnanti di sostegno supplenti arrivando lo scorso anno scolastico 2021/22 alla quota record di 122.000.

Aumento degli insegnanti di sostegno

Il corpo insegnanti italiano che include quelli a tempo indeterminato e quelli a tempo determinato (supplenze annuali o FTA) è costituito da un contingente all’interno del quale aumentano in particolare quelli di sostegno, passati in dieci anni dal 13% al 21,5% del totale. In totale, si è passati da 39% al 61% di docenti precari.

Secondo il dossier, la percentuale di insegnanti TD (tempo determinato) è intorno al 24%; era intorno a 14% subito dopo la Buona Scuola. Soprattutto sono cresciuti gli insegnanti di sostegno TD (122.000 nel 2021- 22). In 10 anni la % di docenti di sostegno TD sul totale del sostegno è aumentata, passando da un terzo a quasi due terzi. La maggioranza di questi, però, non ha una preparazione specifica.

Il malcostume del precariato

Un malcostume che deriva dalla scelta di assumere poco in ruolo rispetto alle reali necessità e ad alimentare decine di migliaia di posti in deroga, con scadenza 30 giugno, quindi non utili alle stabilizzazioni.

Insomma la filosofia della precarietà e della mancata specializzazione continua a essere predominante, a svantaggio degli stessi docenti e soprattutto degli studenti che necessitano sostegno specializzato e delle loro famiglie.