Scuola

Aumento stipendio docenti: 830 euro in più al mese per adeguarli alla media europea, i sindacati puntano almeno a 300 per rinnovare il contratto scuola

Uno dei primi temi che il ministro dell’istruzione nominato dal nuovo Governo dovrà affrontare, sarà quello del rinnovo del contratto scuola, con particolare riferimento all’aumento dello stipendio del personale scolastico e dei docenti.

La distanza con i sindacati

Le cifre messe sul piatto in occasione delle ultime trattative, che hanno portato a un nulla di fatto, sono risultate insufficienti secondo i sindacati anche solo per accettare un contratto ponte, che sarebbe servito come base per poi ricominciare a discutere il nuovo contratto. Ricordiamo infatti che quello di cui si discute ora, nel momento stesso in cui sarà approvato, sarà già scaduto.

Il Governo aveva proposto un aumento lordo di poco superiore ai 100 euro, i sindacati non hanno accettato alcuna trattativa che avesse basi inferiori ai 300 euro lordi di aumento. Cifra difficile da raggiungere, al momento, eppure che sarebbe ancora molto lontana dalla media degli stipendi degli insegnanti europei.

La media europea

Per arrivare a quegli standard, il Governo avrebbe bisogno di oltre 16 miliardi. Il conto è presto fatto: un docente italiano alla scuola superiore guadagna 33.261 euro all’anno. Uno tedesco quasi il doppio: 70.913, per arrivare ai 75.989 di un danese.

Ma sono i Paesi in cui si guadagna di più. Considerando la media europea, si arriva a 44.052 euro. Dunque i docenti italiani dovrebbero beneficiare, per arrivare alla medi europea, di un aumento di 10.791 euro all’anno, ovvero un aumento di 830 euro al mese.

Gli obiettivi realistici

Secondo Flc Cgil e Anp, “ogni 10 euro di stipendio in più agli insegnanti costano alle casse dello Stato italiano 200 milioni di euro all’anno”. Quindi arrivare alla media europea aumentando gli stipendi di 830 euro costerebbe al Bilancio 16,6 miliardi di euro.

Cifre utopistiche per gli insegnanti italiani, almeno nel breve periodo. Per questo i sindacati tengono duro e puntano a un primo adeguamento che sia però per lo meno adeguato all’aumento del costo della vita degli ultimi anni e soprattuttto degli ultimi mesi. Per adeguare gli stipendi, se non alla media europea, almeno a quella del resto della pubblica amministrazione italiana.