Pagamento arretrati docenti: verranno saldati in busta paga insieme all’aumento stipendi, ma prima il nuovo Governo deve rinnovare il contratto accontentando i sindacati
L’aumento dello stipendio docenti, colonna portante del rinnovo del contratto scuola ormai scaduto da tempo, sarà uno dei primi temi che il nuovo ministero, su indicazioni di budget del nuovo governo di centrodestra, dovrà affrontare con i sindacati successivamente all’insediamento delle prossime settimane.
Rinnovo contratto e saldo arretrati
Si ripartirà dallo stallo nella trattativa che ha seguito gli ultimi incontri nel corso dei quali i sindacati hanno rispedito al mittente le proposte di contratto ponte che a quest’ora avrebbero già prodotto rinnovo del contratto con aumento stipendio in busta paga e saldo degli arretrati.
La distanza tra offerta del ministero, circa 100 euro lordi di aumento, e richiesta dei sindacati, circa 300 euro lordi, è ancora enorme.
I sindacati chiederanno al Governo di reperire le risorse necessarie riaprendo l’atto di indirizzo e ottenendo così i circa 270 milioni di euro che il Governo ha stanziato in manovra ma che il MEF non ha mai voluto concedere.
La distanza tra sindacati e Governo è tutta economica
La proposta attuale si basa su un aumento a tre cifre, che costituiscono però una cifra da considerare al lordo delle tasse. Nelle tasche dei docenti, si tradurrebbero in poco meno di 50 euro netti.
Nello specifico, i docenti dovrebbero beneficiare di un aumento medio di 123 euro (lordi) al mese, per 13 mensilità, di cui, 21 euro provengono dal MOF per contrattazione integrativa e quindi non per tutti gli insegnanti. Per quanto riguarda il personale ATA, l’aumento lordo si attesta su 75 euro + 9,79 per ordinamento professionale + 3,91 nel MOF per contrattazione integrativa, per un totale circa di 90 euro.
Biglietto da visita del centrodestra
Per il nuovo Governo di centrodestra sarà un biglietto da visita non da poco nei confronti dei sindacati e del mondo della scuola per capire in che direzione si vorrà andare nei prossimi anni e se ci sarà un’inversione di tendenza rispetto alle precedenti legislature che finora non sono state in grado di rinnovare il contratto.