Graduatorie Gps: l’algoritmo scontenta un po’ tutti, chiesto l’accesso ai dati per verificare i motivi degli errori nell’assegnazione delle cattedre
Rischia di lasciare la scuola nel caos il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, per colpa dell’assegnazione delle supplenze informatizzata oggetto di molte critiche da parte di docenti e sindacati. Il sistema di assegnazione cattedre dalle graduatorie provinciali dei supplenti mediante algoritmo è tutt’altro che esente da critiche e da errori.
Sedi non rispettate
Sono ancora migliaia gli insegnanti vittime di incongruenze di questo sistema informatizzato che se da un lato ha velocizzato le procedure, dall’altro ha lasciato senza cattedra molti insegnanti a favore di colleghi peggio posizionati in graduatoria.
Gli errori denunciati sono di vario tipo: assegnazione di cattedre inesistenti, punteggi sbagliati, nomine su sedi lontane da casa propria nonostante tutte le condizioni per insegnare nella propria città. A denunciare questa situazione a ilfattoquotidiano.it sono i precari stessi e il sindacato Gilda.
E’ il secondo anno in cui ci si affida all’algoritmo, ma gli errori sono ancora molti. Lo denunciano i docenti, lo sostengono i sindacati e la Gilda degli Insegnanti ha presentato al ministero dell’Istruzione una richiesta di accesso gli atti per conoscere il software, e dunque l’algoritmo, in modo da capire i meccanismi della procedura informatizzata delle nomine da Gps.
I diritti dei riservisti
“Gli errori commessi dall’algoritmo nell’assegnazione delle supplenze – afferma Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda Scuola – ledono diritti di graduatoria, facendo sì che in molti casi chi ha punteggi più elevati finisca per prendere supplenze e sedi più disagiate. Inoltre, la procedura vìola il diritto al completamento di cattedra che, a quanto pare, non è contemplato nell’algoritmo. Il ministero, dopo aver promesso disponibilità ad incontrarci, ha opposto un muro di silenzio”.
Il paradosso è che molti docenti scavalcati lo sono per i diritti dei riservisti. Ma i riservisti stessi si lamentano e non poco, convinti di non aver beneficiato in base ala Legge 68/99 di una quota di posti riservati a loro per ogni classe di concorso.