Doppio canale di reclutamento: assunzione su tutti i posti vacanti e disponibili senza titolare anche su posti in deroga sul sostegno
E’ già pronto l’elenco di richieste che i sindacati presenteranno come benvenuto al nuovo ministro dell’Istruzione che sarà nominato nelle prossime settimane dal prossimo premier Giorgia Meloni non appena riceverà da Mattarella l’incarico di formare il nuovo Governo.
I primi temi da affrontare
Tanti i nomi sul tavolo, e si tratterà di una scelta delicata perchè dal futuro della scuola passa anche il futuro prossimo del Paese e il Governo si gioca in questo senso una fetta di credibilità importante. In attesa di capire chi sarà a dover interloquire con i sindacati, si accavallano i temi di cui si dovrà discutere e che andranno affrontati in maniera prioritaria.
La gestione dell’informatizzazione nomine supplenze è certamente il tema caldo del momento, così come quello del rinnovo del contratto scuola, della proroga dell’organico Covid. Più a lungo termine il tema delle classi pollaio e della riforma del reclutamento docenti già avviata dall’attuale ministero, con i decreti attuativi rimasti in sospeso che hanno interrotto un discorso che sembrava ormai in dirittura d’arrivo.
Il doppio canale di reclutamento
E poi c’è il tema del precariato. Un docente su quattro è precario, sul sostegno uno su due. Per questo il tema della supplentite e dei contratti a termine che comportano discontinuità didattica e cattedre vacanti, sarà uno dei primi da affrontare per garantire la libertà di insegnamento e il potere che il direttore Unesco vorrebbe fosse riconosciuto agli insegnanti.
I sindacati chiederanno subito di combattere la precarietà assumendo su tutti i posti vacanti e disponibili senza titolare anche su posti in deroga sul sostegno, attraverso il doppio canale del reclutamento. In questo senso l’eventuale nomina del senatore Mario Pittoni, negli ultimi anni in prima linea per la difesa dei diritti del precariato, potrebbe essere una garanza di interventi per i sindacati.
In Italia la classe docente più vecchia al mondo
I sindacati chiederanno che vengano poi rimossi immediatamente i vincoli e le disparità di trattamento tra precari e personale di ruolo, è il caso della carta del docente ancora riconosciuta ai supplenti solo dai tribunali.
I dati dicono che in Italia c’è la classe docente più vecchia del mondo, per colpa della precarietà. L’età media degli immessi in ruolo è 45 anni. Più del 50% è sulla soglia dei 60 anni.