Retribuzione professionale docenti precari: spetta a tutti gli insegnanti a tempo determinato, anche in caso di supplenze brevi
Anche i docenti precari hanno diritto alla retribuzione professionale insegnanti. Un orientamento che prende sempre più piede nell’ultimo periodo in virtù di sentenze favorevoli che vanno in questa direzione e che prima o poi porterà il nuovo esecutivo a dover fare i conti con questo riconoscimento provvedendo a una normativa che lo rende un diritto di tutti e non solo di chi riceve una sentenza favorevole dal tribunale in seguito a un ricorso.
Le sentenze favorevoli
Sono infatti sempre di più le sentenze favorevoli al riconoscimento del diritto dei docenti supplenti. Sentenze che riconoscono anche le supplenze per periodi limitati. In ogni caso anche i docenti a tempo determinato devono percepire la retribuzione professionale.
In ordine di tempo, l’ultima sentenza è stata emessa da un tribunale di Modena, con il giudice della sezione Lavoro concorde con i suoi colleghi che in precedenza si erano espressi a favore di ricorsi con i quali gli insegnanti chiedono l’applicazione in busta paga della Rpd per i periodi di supplenze brevi e saltuarie.
La sentenza ha condannato la controparte, quindi l’amministrazione, al pagamento delle somme maturate a tale titolo.
Le cifre richieste dai precari
Sono sentenze che seguono le direttive europee che attribuiscono la retribuzione professionale docenti a tutto il personale docente ed educativo, senza operare differenziazioni fra assunti a tempo indeterminato e determinato e fra le diverse tipologie di supplenze.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “i giudici del lavoro ci stanno dando ormai sempre più spesso ragione, dicendo sì all’assegnazione al precario o ex precaria della cifra richiesta con il ricorso fino all’ultimo euro e pure con gli interessi maturati nel frattempo”.
Dunque l’a sensazione è che sempre più spesso anche i docenti precari avranno diritto alla retribuzione professionale insegnanti. Un orientamento che non potrà ignorare le sentenze favorevoli che vanno in questa direzione. Da capire se il nuovo esecutivo vorrà fare i conti con questo riconoscimento provvedendo a una normativa che lo rende un diritto di tutti e non solo di chi riceve una sentenza favorevole dal tribunale in seguito a un ricorso.