Economia & Fisco

Aumento stipendio docenti: con il taglio del cuneo fiscale aumento di altri 30€m mai i sindacati vogliono l’accordo sull’importo lordo

Si avvicina la data dall’incontro tra ministero e sindacati utile per ridiscutere i dettagli del rinnovo del contratto scuola. Dopo anni di tentativi falliti, questa potrebbe essere la volta buona per arrivare finalmente a un accordo grazie alle novità emerse negli ultimi giorni che alzano, sia pur di poco, la proposta da parte del Governo per quel che riguarda l’aumento degli stipendi dei docenti e del personale Ata.

Le cifre sul piatto

Anief è stato l’unico sindacato da subito propenso a un rinnovo del contratto anche sulla base di cifre meno importanti, in virtù della necessità di chiudere la trattativa con un contratto ponte che potesse poi servire per imbastire una nuova trattativa sul contratto attuale su basi più solide.

Secondo Marcello Pacifico “il presidente dell’Aran ha detto che attende l’integrazione dell’atto di indirizzo e noi siamo sicuri che questo atto è all’attenzione del ministro della funzione pubblica, rispetto però a un governo nuovo che dovrà decidere se stanziare nuove risorse o meno. Nel frattempo il 18 ottobre, fra una settimana, ci vedremo in Aran e confermeremo con Anief la nostra disponibilità, vista l’inflazione ormai quasi al 10%, a firmare un contratto che dia almeno 100 euro in media – alcuni 120, alcuni 90 – di aumento e quei 3mila euro di arretrati, perché il costo della vita è aumentato” e gli stipendi devono essere allineati almeno all’inflazione stessa.

Il taglio del cuneo fiscale

La richiesta è di arrivare a un accordo entro la fine dell’anno per mezzo dei 6 miliardi per coprire l’indennità di vacanza contrattuale, con aumenti automatici in busta paga del 4% per permettere l’indicizzazione IPCA.

Al momento la trattativa si basa sulla disponibilità di circa 2 miliardi, a cui si aggiungono oltre 300 milioni di euro destinati alla valorizzazione della professione docente. In questo modo la firma porterebbe nelle tasche dei docenti un aumento di 100-120 euro lordi al mese. Ci sarebbe poi il taglio del cuneo fiscale fino a 35 mila euro che comporterebbero altri 25-30 euro in busta paga. Quest’ultima proposta è ben accetta dai sindacati, che però tengono a precisare come si tratterebbe di un aumento non diretto degli stipendi del mondo della scuola, ma che riguarderebbe tutti i dipendenti. Un artifizio, dunque che non deve distogliere dal vero obiettivo, e cioè equiparare gli stipendi dei docenti italiani a quelli europei sulla base del lordo e non del netto, che dipende appunto dalla tassazione dei singoli Paesi.