Scuola

Aumento stipendio docenti: altri 300 milioni con la prossima legge di bilancio, svuotare fondi Mof “brutto segnale per la scuola”

La decisione di spostare i 300 milioni previsti per il MOF al contratto scuola per consentire un aumento di stipendi ulteriore che possa finalmente sbloccare la trattativa tra ministero e sindacati è stata accolta favorevolmente da tutto l’ambiente che ruota attorno al mondo scolastico.

Fondi che sbloccano la trattativa

Non si tratta, va detto, di cifre esorbitanti, ma si tratta in ogni caso di uno sforzo ulteriore e di un segnale che può consentire di apporre la firma su un contratto che attende ormai da troppo tempo. Che consentirebbe peraltro, va ricordato, di firmare un contratto che nascerebbe già vecchio e di fatto scaduto, con la necessità di sedersi poi nuovamente attorno a un tavolo per ridiscuterlo e arrivare a quello attuale, ma sulla base di cifre di partenza quantomeno più dignitose.

Ma non tutti sono d’accordo con la decisione di spostare i 300 milioni per aumentare gli stipendi. Luigi Marattin di Italia Viva critica la decisione: “Non esiste persona razionale che possa contestare che lo stipendio dei docenti italiani sia più basso rispetto ad altri paesi europei. E io faccio parte di coloro che pensano che sia giusto alzare il livello per tutti. Tuttavia, e da sempre, sono anche convinto che occorra differenziare gli stipendi a seconda della valutazione e dell’impegno in zone particolari del paese. Proprio come diceva il programma del Terzo Polo, e proprio come faceva quel fondo che ora invece i sindacati vogliono svuotare per distribuirli a pioggia“.

C’è chi è contrario

Il presidente uscente Commissione Finanze alla Camera ricorda che “la Legge di Bilancio 2018 istituì un fondo – con una dotazione per il momento simbolica – per valorizzare la professionalità dei docenti: era destinato, nelle intenzioni, a premiare i docenti che garantiscono continuità didattica e lavorano nelle scuole più difficili“.

Dunque la contestazione non è sul merito, ovvero aumentare gli stipendi dei docenti, ma sul metodo, ovvero utilizzare fondi che porteranno ad aumenti individuali risicati e che invece avrebbero dovuto avere un’alta finalità: “Arrivano i sindacati – prosegue Martin – e pretendono che, invece, quei 300 milioni vadano ad aggiungersi alle risorse (2,17 mld) previste per il rinnovo del contratto nazionale della scuola. In altre parole, con ogni probabilità, pretendono che vadano distribuiti a pioggia. Dopo qualche resistenza, il Ministero dell’Istruzione ha ceduto. E ora la decisione finale spetta al Ministero dell’Economia. Io credo che questa decisione sia profondamente sbagliata“.

L’alternativa

“Se proprio servono altri 300 milioni – oltre ai 2,17 mld – si possono facilmente trovare nella prossima legge di bilancio. Ma svuotare quel fondo è un brutto segnale per chi crede che la scuola sia troppo importante per lasciarla nelle mani di chi non vuole cambiare nulla“, conclude Marattin.