Stabilizzazione precari con tre anni di servizio: rifiuto del doppio canale di reclutamento, Commissione di giustizia europea contraria alla reiterazione di supplenze
Non migliora sostanzialmente con il passare dei giorni la situazione relativa alla collocazione di insegnanti su tutte le cattedre ancora vacanti, nonostante l’anno scolastico sia avviato da diverse settimane e le lezioni siano entrate a regime.
Mancate immissioni in ruolo
Se da un lato c’è l’anno scolastico che va avanti con i programmi entrati nel vivo, dall’altra parte c’è un mondo parallelo all’interno delle scuole fatto da istituti che continuano a cercare insegnanti e dirigenti scolastici che non possono fare altro che assegnare le cattedre scoperte a candidati giovani e non abilitati.
In tutto ciò, l’incontro con il ministero ha portato ad ammissioni circa le criticità riscontrate, ma allo stesso tempo l’impotenza a poter intervenire già quest’anno, rimandando qualunque correttivo al prossimo. I sindacati hanno però fatto presente che i problemi delle Gps irrisolti si sommano alle mancate immissioni in ruolo da disciplina prima e seconda fascia Gps, al rifiuto per il doppio canale di reclutamento e alla posizione della Commissione di giustizia europea contraria alla reiterazione di supplenze nei confronti dei supplenti con oltre 36 mesi di servizio, che invece in Italia è la prassi.
L’invio della messa a disposizione
E così si assiste alla solita situazione per la quale anche chi ha molta esperienza, essendo inserito nelle Gps ma non avendo ricevuto un incarico, resta a casa non potendo nemmeno inviare la domanda di messa a disposizione per mancanza di deroga da parte del ministero.
I sindacati hanno già fatto presente questa situazione al ministero, lamentando una rigidità del regolamento che va contro gli interessi delle scuole, dei docenti e degli studenti stessi, in virtù di un divieto per chi è inserito in qualsiasi graduatoria di poter inviare la messe a disposizione agli istituti.
Le possibilità per i precari
“È un divieto – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – che per il sindacato non ha alcun senso, se non quello di rendere sempre più difficile la ricerca degli insegnanti. Lo abbiamo detto anche in settimana ai tecnici ministeriali, durante l’incontro con i gestori informatici sulle procedure di aggiornamento delle Gps che stanno creando miriadi di problemi per attribuire ruolo e supplenze. Diamo una possibilità ai tanti precari costretti a rifiutare cattedre lontano da casa, ancora di più perché il sistema telematico, quando sono stati convocati, non aveva ancora recepito tutti i posti vacanti e disponibili. Senza dimenticare gli errori dell’algoritmo su cui abbiamo chiesto accesso agli atti e che sul regolamento delle GPS anche il Consiglio di Stato ha avuto qualcosa da ridire”.
Questo nuovo governo MELONI deve rifiutarsi di pagare la SANZIONE EUROPEA, prassi ormai consolidata da tempo dai governi precedenti, quale penalità per non aver immesso in ruolo i docenti precari con tre anni e/o più di servizio nelle scuole statali italiane e, come fatto dagli altri STATI EUROPEI, assumerli immediatamente in RUOLO così da finire questa VERGONA tutta italiana!
Ma evidentemente l’Unione Europea non ha nessuna intenzione che ciò avvenga e continua a incamerare soldi SPORCHI (SACRIFICI IMMENSI) a scapito dei DOCENTI PRECARI ITALIANI!
Quando saprò se sarà accettato e pubblicato il mio commento?
Se è stato ritenuto interessante e utile? Come mi contatterete?
Vi ringrazio per avere dato modo/voce di esprimere le personali opinioni ai cittadini italiani che hanno a cuore il futuro dei giovani e il lavoro da loro intrapreso nelle scuole italiane con capacità e abnegazione encomiabile.
L’Italia non ha regolarizzato affatto i precari con 3 e più anni di servizio. Si chieda alle scuole l’elenco dei precari e si pubblichi il dato.
Il Discorso della Fiducia della Meloni sulla scuola legato al MERITO mi ha ricordato qualcosa…. ma cosa… a che proposito…???
Ah sì, adesso ricordo… I tanti concorsi con le crocette, quelli voluti dall’Azzolina e non solo, quelli con i quali si GIUDICAVA
IL MERITO dei docenti precari (come giocare a testa o croce) e che crocette…(domande astruse, sbagliate, equivoche, incomplete ed altro…).
E i saperi? E le competenze? E la valutazione? E la didattica? E il rapporto insegnante alunno? E l’empatia? E il supporto per tutti gli allievi?… Perchè tutti loro ne hanno costantemente bisogno assoluto! Ma la Meloni è stata volutamente “fraintesa” perché parlando di MERITO il Presidente del Consiglio si riferiva anche a questo!
A noi cittadini italiani piace pensare ciò perché non ha CAPITO solo chi non voleva capire (e guarda caso siede proprio in quegli scranni senza essersi mai sottoposto ad alcun concorso o esame per dimostrare di averne MERITO.