Scuola

Rinnovo contratto scuola: le ferie, se non usufruite dopo l’8° mese nell’anno scolastico successivo, non possono più essere godute

Proseguono le trattative per il rinnovo del contratto scuola. L’ultimo capitolo ha visto l’incontro tra all’Aran tra i rappresentanti dell’agenzia governativa e i sindacati. Si è discusso del tema stipendi ma non solo: c’è infatti una corposa parte normativa da rivedere sulla quale i sindacati stanno spingendo molto, e che potrebbe anche sbloccare la questione economica.

Le proposte dell’Aran

Uil Scuola fa il punto della situazione inerente le richieste presentate dall’Aran:

Divieto di ricorrere ad una visita specialistica, esaurite le 18 ore disponibili, in assenza di una patologia.
Cancellazione dell’assenza per malattia retribuita per 9 mesi al 100%, del 90% per i tre mesi successivi e al 50% negli ulteriori sei mesi

Le ferie, se non usufruite dopo l’8° mese nell’anno scolastico successivo, non possono più essere godute

Gli otto giorni per la partecipazione a concorsi ed esami non sono più comprensivi del viaggio.

Le perplessità dei sindacati

Una serie di proposte che non trovano l’accordo dei sindacati. Nello specifico la Uil per voce di Giuseppe D’Aprile, spiega perchè i sindacati sono contrari ad accettare questi punti: “Una critica dura è stata espressa sulla separazione del personale in relazione alla tipologia di contratto adottato (tempo determinato/indeterminato). Un obiettivo da perseguire non solo per motivi di giustizia, ma anche di equità nei riguardi dell’altissimo numero di precari (30% del totale) che contribuiscono al funzionamento della scuola statale. Inoltre, la struttura della retribuzione va opportunamente salvaguardata, preservando il meccanismo delle anzianità economiche. che solo il personale della scuola ha conservato, a differenza degli altri lavoratori dei comparti del pubblico impiego”.

Separazione del personale

Non convince nemmeno la questione inerente la separazione del personale in relazione alla tipologia di contratto adottato (tempo determinato/indeterminato). Si tratta di una questione, secondo i sindacati, che non può essere ignorata per motivi di giustizia e di equità nei riguardi dell’altissimo numero di precari (30% del totale) che contribuiscono al funzionamento della scuola statale.