Algoritmo Miur supplenze: meccanismo che necessita della verifica costante da parte degli uffici scolastici e che ha prodotto ingiustizie soprattutto per il sostegno
I confronti tra sindacati e ministero sul tema degli errori dell’algoritmo sono stati utili al fine di comprendere le criticità da correggere, ma è evidente come qualunque intervento sostanziale non potrà essere messo in atto già a partire da quest’anno, considerato che la gran parte delle operazioni sono state effettuate.
Risoluzione dei casi
Ogni intervento dunque verrà effettuato il prossimo anno, a bocce ferme, nel tentativo di far partire nel migliore dei modi il terzo anno di informatizzazione nomine supplenze. Per l’anno in corso, ogni intervento è delegato agli uffici scolastici e ai dirigenti scolastici, considerato che le possibilità del ministero sono limitate.
Le difficoltà che le Regioni hanno dovuto affrontare sono simili e rientrano in una casistica grosso modo comune. Gli uffici in questo senso sono sempre al lavoro per cercare di risolvere il maggior numero dei casi, nell’ambito delle loro possibilità.
Il difetto delle graduatorie incrociate
L’algoritmo, lo si è capito, non ha commesso errori. Piuttosto possono essere discutibili le impostazioni con cui è stato settato, e che evidentemente non hanno tenuto conto di una serie di elementi. Uno di questi, il meccanismo di assegnazione delle cattedre di sostegno: il sistema delle graduatorie incrociate ha sicuramente agevolato la procedura di assegnazione delle cattedre, ma ha comportato l’assegnazione di posti a docenti non specializzati pur essendo disponibili colleghi titolati a seguire studenti con disabilità. Con inevitabili ripercussioni e penalizzazioni sugli studenti stessi e sui docenti che hanno visto vanificata la loro professionalità.
La verifica degli uffici
Il presupposto è che il sistema di informatizzazione nomine supplenze tramite algoritmo è un sistema che da dei risultati e che velocizza la procedura, ma è altrettanto vero che restituisce dei risultati che vanno verificati da parte degli uffici, e che necessitano di una supervisione.
Secondo me gli insegnanti di sostegno divrebbero essere psicologi e prfagogisti, meglio ancora se hanno la specializzazione in psicoterapia, perche’ sono in possesso di strumenti culturali e formativi di competenza professionale perche’ cpme ha scritto anche la dottoressa Angela Garofalo, la competenza professionale scaturisce da anni di studio finalizzato ad intervenire con efficacia al conseguimento del “benessere” dell’individuo sia dal punto di vista emotivo che quello cognitivo.