Scuola

Rinnovo contratto scuola: i dubbi del nuovo ministero sull’impiego dei 340 milioni destinati alla valorizzazione della professione insegnante

Mentre il premier Meloni assicura valorizzazione della professione docente con adeguamento degli stipendi, la palla sul rinnovo contratto scuola nei prossimi giorni passerà di fatto al nuovo ministro dell’Istruzione per Giuseppe Valditara. Che dovrà risolvere una serie di questioni urgenti lasciate in sospese dal precedente Ministro dell’Istruzione Bianchi.

La valorizzazione della professione

A cominciare dalla riforma del reclutamento docenti che necessita ancora dei decreti attuativi e probabilmente anche di alcune correzioni, e soprattutto del rinnovo del contratto scuola, che no può più aspettare e che dovrà essere risolto entro la fine dell’anno per non dare un cattivo segnale da parte del nuovo Governo circa le intenzioni nei confronti della scuola.

Il rinnovo del contratto scuola è scaduto da oltre 45 mesi e bisognerà trovare un punto di incontro con i sindacati sia sulla parte normativa che, soprattutto, su quella economica. Il ministro Bianchi alla fine del suo mandato ha provveduto a spostare i 340 milioni destinati alla valorizzazione della professione insegnante sul rinnovo contrattuale. Potrebbero essere fondi decisivi per aumentare gli stipendi di quel tanto che basterà a convincere i sindacati ad apporre la firma, in modo da avere aumento, saldo degli arretrati e base solida sulla quale trattare il nuovo contratto.

Le perplessità sul rinnovo contratto scuola

I 340 milioni sono al momento bloccati, fermi sul parere del Ministero dell’Economica che arriverà nei prossimi giorni. Ricordiamo che il rinnovo del contratto scuola che riguarda oltre 1,2 milioni tra docenti e Ata, con una spesa complessiva di oltre 2 miliardi cui bisogna aggiungere anche i 5 miliardi di arretrati.

Secondo il Sole 24 Ore, ci sono perplessità tecniche e politiche sul cambio di destinazione del fondo da 340 milioni. Non è escluso che si pensi di far passare l’attribuzione dei fondi del contratto da un vincolo di destinazione al salario accessorio, in base ai criteri di distribuzione che la stessa intesa tra Governo e sindacati dovrebbe disciplinare.