Carta del docente precari: tempi brevi per ottenere i 2mila euro di arretrati con il ricorso in tribunale
C’è molta attesa e curiosità per capire quali decisioni prenderà il nuovo Governo di concerto con il ministero dell’Istruzione in merito allo stanziamento delle risorse per la carta del docente, bonus da 500 euro per l’aggiornamento professionale che è sembrato essere messo in discussione dall’ultima riforma del reclutamento docenti.
Il futuro della carta dei docenti
Per il momento la carta del docente sembra salva, ma allo stesso tempo i sindacati chiedono certezze per il futuro vista l’importanza di questa integrazione per gli insegnanti nell’ottica di restare aggiornati, anche a livello tecnologico. Un sostegno importante anche in virtù degli stipendi ancora in attesa di aumenti con un rinnovo contratto scuola da rinnovare.
Mentre la carta dei docenti è messa in discussione per i docenti di ruolo, unici destinatari al momento del bonus, i tribunali proseguono nel riconoscere questo bonus anche nei confronti dei precari, ingiustamente discriminati nel conferimento di questo sostegno all’aggiornamento professionale.
Gli arretrati
E’ ormai di fatto una certezza l’accoglimento dei ricorsi da parte dei tribunali sollecitati da parte dei precari che chiedono di veder riconosciuto nei loro confronti questo bonus, compresi gli arretrati. Arretrati che possono arrivare a coprire anche i cinque anni precedenti il ricorso, arrivando alla consistente cifra di 2mila euro.
Giustizia in tempi brevi
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “queste sentenze con esito a senso unico, favorevole ai ricorrenti, danno ragione piena alla linea dell’Anief, che ha sempre contestato l’esclusione dei precari dall’accesso all’aggiornamento supportato dall’amministrazione, esattamente come già avviene per il personale di ruolo, così da non attuare alcuna discriminazione. Vorrei anche far notare che i tempi di espressione dei tribunali non sono quelli tradizionalmente lunghi della giustizia italiana: l’impugnazione di questa ultima sentenza di Vercelli, ad esempio, era stata presentata lo scorso mese di luglio e il giudice si è espresso a soli tre mesi di distanza”.