Scuola

Rinnovo contratto scuola 2022: se la firma non arriva entro dicembre si dovrà rinviare tutto alla prossima estate

Continuano ad alternarsi le notizie, positive e negative, circa la trattativa per il rinnovo del contratto scuola che comprende sia un adeguamento della parte normativa del rapporto tra istituti e personale sia la parte economica. E’ proprio quest’ultima di fatto a costituire l’ago della bilancia del buon esito finale della discussione tra ministero e sindacati, che vede nell’Aran una parte fondamentale in causa.

Pericolo slittamento

L’investimento è importante da parte del Governo per adeguare gli stipendi e saldare gli arretrati, se si considera che il contratto scuola riguarda qualcosa come oltre un milione tra docenti e Ata.

L’obiettivo comune è quello di concludere la trattativa entro la fine dell’anno, ma perchè ciò ossa avvenire, tutti i pezzi del puzzle devono incastrarsi, e non sarà semplice. Nel frattempo a Orizzonte Scuola manifesta ottimismo il presidente dell’Aran, (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni), Antonio Naddeo: “Sono ottimista, mi auguro che questo contratto possa essere definito entro il 2022, perché arrivare all’anno prossimo vuol dire firmare l’ipotesi dell’accordo nel 2023. Si sa che, dopo la firma, c’è un iter di controllo molto lungo, per il contratto delle Funzioni Centrali ci sono voluti cinque mesi, per il contratto della Sanità quattro mesi. Se non dovessimo firmare entro gennaio, il contratto definitivo vedrebbe la luce attorno a maggio e giugno, così siamo davvero molto lontani. Spero pertanto si possa concludere entro la fine dell’anno”.

La questione dei 300 milioni

Come detto la parte più importante da definire è quella economica, considerato che è proprio ciò che ha comportato uno stop alla firma del contratto ponte che doveva arrivare alla fine sella scorsa estate: “C’è una questione sul tavolo – continua Naddeo – cioè quella dei 300 milioni, del cambio di destinazione rispetto allo stanziamento che era stato fatto nella Legge di Bilancio. Mi spiego meglio: l’ ex Ministro ha chiesto all’ex ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, una modifica dell’atto di indirizzo, la cornice all’interno della quale io mi devo muovere per l’utilizzo dei 300 milioni per il rinnovo del contratto. L’autorizzazione per l’utilizzo dei 300 milioni, però, è ancora al vaglio del Ministero dell’Economia e delle Finanze perché loro devono sempre controllare la parte finanziaria”.