Doppio canale di reclutamento: anche per non abilitati con inserimento in graduatoria di merito per i partecipanti ai concorsi
Non può considerarsi positivo il bilancio delle immissioni in ruolo 2022/2023, nonostante le dichiarazioni che lasciano trasparire soddisfazione da parte dell’ormai ex ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che conclude così la sua esperienza e lascia in eredità una situazione sulla quale molto ci sarà da fare nei prossimi mesi da parte del nuovo esecutivo.
Gli errori dell’algoritmo
I numeri dicono che soprattutto rispetto alle premesse, si è al cospetto di una condizione deficitaria che sta portando a un massiccio ricorso alle supplenze. Procedura non esente da difetti, come dimostrano le critiche all’algoritmo che gestisce l’informatizzazione delle nomine, accolte in parte dallo stesso ministero e che porteranno a cambiamenti in vista del prossimo anno scolastico.
Ci sarà da rivedere la gestione delle cattedre, anche quelle che comprendono contratti a tempo indeterminato. Secondo i dati del ministero, per il personale docente sono state effettuate circa 27mila immissioni in ruolo. A questo contingente vanno aggiunti i prossimi contratti a tempo determinato che poi si trasformeranno in ruolo.
Un totale di 13mila contratti di supplenza che verranno modificati in ruolo assegnati dalla prima fascia GPS Sostegno.
I contratti con clausola risolutiva
In questi giorni si sta poi assistendo alla risoluzione dei contratti concessi in supplenza ma in attesa della nomina dei titolari vincitori del concorso straordinario bis, a tempo determinato e da trasformare in ruolo. Sono contratti assegnati a supplenti con clausola risolutiva, che in questi giorni vengono risolti man mano che il titolare di cattedra torna disponibile. Si tratta di 14.400 posti previsti dal bando, ma ne risultano assegnati circa 3.200.
Il totale racconta di 43mila posti assegnati tra ruoli e contratti annuali da trasformare a tempo indeterminato. Meno della metà rispetto alle 94mila assunzioni in ruolo tra i docenti autorizzate dal Mef. Se si analizzano i numeri delle immissioni in ruolo del personale ATA si riscontrano meno criticità, con il ruolo assegnato a 9.468 candidati su circa 10 mila. Il problema è proprio in quel totale autorizzato, esiguo.
Doppio canale di reclutamento urgente
I numeri dicono che un quinto dei posti a tempo determinato sono troppo pochi considerato che annualmente aumentano i docenti che hanno superato il limite di 36 mesi previsto dalla normativa europea. La proposta dei sindacati è di andare oltre la fase dei concorsi straordinari, garantendo l’inserimento in graduatorie di merito da esaurire a tutti i partecipanti a quello in corso di svolgimento. Urge infine istituire il doppio canale di reclutamento da estendere anche ai non abilitati.