Aumento stipendio dirigenti scolastici: oggi guadagnano 65mila euro l’anno, troppo pochi rispetto alle tante responsabilità
Quando si parla di aumento degli stipendi per il personale della scuola il primo pensiero va subito ai docenti e al personale Ata, ma secondo i sindacati anche i dirigenti scolastici sono sottopagati, non in termini assoluti ma se si prende in considerazione il carico di responsabilità e impegni cui sono sottoposti.
Stipendi inadeguati
I dirigenti scolastici percepiscono attualmente circa 65mila euro lordi rispetto ai 120mila dei dirigenti di seconda fascia. Uno squilibrio che i sindacati ritengono debba essere sanato al più presto, anche alla luce del modo in cui è cambiato il loro ruolo negli ultimi anni.
Ruolo che ha subito modifiche per quel che riguarda responsabilità e incombenze, ma che non ha visto proporzionalmente adeguare le retribuzioni, ferme da ormai molti anni e squilibrate rispetto ad altri colleghi della pubblica amministrazione.
Blocco all’aumento del salario
Per sbloccare l’aumento degli stipendi, diventa indispensabile recuperare il FUN tagliato negli ultimi 14 anni. Da quando si è verificato il blocco degli stipendi, si è bloccato anche l’aumento del salario di tutti i dirigenti pubblici. Lo ha spiegato Marcello Pacifico, presidente del sindacato dei dirigenti scolastici UDIR, a Orizzonte Scuola.
Una situazione nata nel 2008, quando è stato congelato e ridotto il FUN di un terzo. Una situazione che potrebbe essere sbloccata grazie al fatto che UDIR ha presentato uno specifico ricorso che verrà presentato nel mese di marzo e sul quale il TAR Lazio ha ordinato al Ragioniere dello Stato di presentare la relazione.
Recuperare il taglio dei soldi del Fun
Con questo ricorso, i dirigenti scolastici potranno riuscire a recuperare i soldi tagliati dal FUN per i loro salari accessori e poi adeguarli alle nuove responsabilità e complessità che riguardano la gestione della scuola dell’autonomia oggi.
I dirigenti scolastici devono confrontarsi quotidianamente con un aumento delle responsabilità, moltiplicate dalla pandemia. Ma che anche dopo l’emergenza non sono cessate. Ora queste responsabilità aumentano in virtù della gestione dei fondi del PNRR.