Scuola

Mobilità docenti vincolo triennale: viene meno l’obbligo ma non per tutti, nuovo contratto avrà durata biennale

Non c’è solo il rinnovo del contratto scuola ad agitare i pensieri di sindacati e docenti. L’aumento degli stipendi è scuramente una priorità per un contratto scaduto e vecchio ormai più di quattro anni, ma il nuovo ministero dell’Istruzione avrà anche altre gatte da pelare, e i tempi sono abbastanza ristretti.

Contratto di durata biennale

Uno di questi problemi riguarda la mobilità del personale docente per l’a.s. 2023/24. L’attesa è tutta per capire cosa accadrà con le modifiche che verranno introdotte e cosa verrà modificato rispetto allo scorso anno.

A rendere particolarmente importante il prossimo CCNI sulla mobilità del personale docente, educativo e ATA contribuisce il fatto che si tratta di un contratto che avrà durata biennale. Questo significa che qualunque decisione avrà un impatto a lungo termine sulla professione del personale scolastico coinvolto, dal momento che la regolamentazione disciplinerà trasferimenti e passaggi di ruolo/cattedra per gli anni scolastici 2023/24 e 2024/25.

I sindacati sono al lavoro per puntualizzare i dettagli degli elementi principali che porteranno alla sottoscrizione del CCNI.

Vincolo triennale, per chi viene meno

Molti elementi sono ancora da stabilire, ma ci si può fare una prima idea di massima di quali saranno diritti e vincoli rispetto al precedente contratto.

Alcuni elementi sono già stati stabiliti, altri verranno messi nero su bianco nelle prossime settimane. Se verranno confermati gli elementi presentati nella bozza sottoposta all’attenzione del Ministero dai sindacati, nel prossimo CCNI sulla mobilità, dovrebbe venir meno il vincolo triennale per i docenti assunti sino all’a.s. 2021/22.

Ci sarà invece il vincolo triennale per i neoassunti dall’a.s. 2022/23, in caso di trasferimento/passaggio provinciale su preferenza puntuale (scuola) o nel comune di titolarità e in caso di trasferimento/passaggio interprovinciale su qualsiasi preferenza espressa.

E’ evidente come il cambio di interlocutori al Governo e al ministero potrebbe cambiare le carte in tavola e portare ad alcune novità. I prossimi incontri tra ministero e sindacati, in questo senso, saranno chiarificatori.