Aumento netto stipendio docenti: se non si reperiscono nuovi fondi dalla finanziaria 2023 si provvederà alla nuova destinazione d’uso dei 300 milioni per la RPD
L’accordo sul rinnovo del contratto scuola, arrivato a tempo di record rispetto alle difficoltà degli scorsi anni, ha beneficiato della necessità di investire da parte della Ragioneria Generale dello Stato i 3 miliardi e mezzo delle risorse già stanziate, fermi da troppo tempo.
Fondi a rischio
Fondi che l’unione europea avrebbe imposto di investire entro la fine dell’anno, per non correre il rischio di perderli. I sindacati si sono trovati dunque di fronte alla necessità di fare una scelta logica, firmando un accordo all’interno del quale sono riusciti a strappare l’accordo di reperire nuove risorse in vista del prossimo anno.
L’evidenza dei fatti ha convinto i sindacati che se i 300 milioni destinati al merito nella legge di bilancio 2022 prodotta dal Governo Draghi non fossero stati assegnati prima della fine dell’anno, il Governo li avrebbe impiegati in altro modo nell’ambito della legge di Bilancio 2023.
Prendere o lasciare
Secondo il gruppo Scuola Bene Comune, la logica sarebbe stata “prendere o lasciare, quindi, l’obiettivo del Governo era chiudere subito e prendersi i meriti e uscire con i comunicati stampa. Del resto nel programma elettorale dei partiti che hanno vinto le elezioni c’era il contratto della scuola”.
Nuova destinazione d’uso dei 300 milioni
Ora però il Governo dovrà rispettare l’impegno preso con i sindacati: se non si riuscisse a reperire nuovi fondi dalla finanziaria 2023 si potrebbe provvedere alla nuova destinazione d’uso dei 300 milioni, che sarebbero legati alla valorizzazione del merito, per la RPD, la retribuzione professionale docenti. Ci sono poi altri 100 milioni dalla Legge di bilancio 2023 che dovranno finanziare la componente fissa della retribuzione accessoria di docenti e Ata per il 2022.