Regionalizzazione della scuola: rischio salari diversi tra una regione e un’altra con risorse gestite a livello locale
Si torna a parlare di autonomia differenziata, progetto che il nuovo Governo porta avanti e che potrebbe consentire anche la regionalizzazione della scuola. Una proposta che potrebbe portare a salari diversi tra una regione e un’altra, dal momento che le risorse saranno gestite dagli enti locali.
Differenza qualitativa
Questo fa temere da parte delle regioni con meno risorse una disparità di retribuzione per il personale scolastico e per i docenti in generale, con il risultato finale di una differenza qualitativa tra le varie regioni e una possibile fuga dei docenti migliori verso le regioni dove le retribuzioni sono migliori.
La proposta di regionalizzazione, secondo i detrattori, potrebbe portare a quello che potrebbe essere definito come un vero e proprio processo separatista per la scuola. Oltre alla differenza di retribuzioni, si potrebbe assistere a programmi diversi a livello regionale, sistemi di reclutamento territoriale e meccanismo di finanziamento differenziati.
Effetti sulla contrattazione nazionale
Il rischio maggiore, oltre alla differenza di servizio che potrebbe essere offerto agli studenti, potrebbe essere che migliaia di docenti si trasferirebbero nei ruoli della Regione con effetti sulla contrattazione nazionale e possibili differenziazioni salariali territoriali.
Il Governo dal canto suo anticipa che la proposta di legge non consentirebbe a una Regione potrà modificare il programma didattico o svolgere attività di insegnamento, che rimane riservata allo Stato. Piuttosto l’obiettivo finale dell’autonomia sarebbe quello di incidere sull’organizzazione.
L’autonomia delle scuole
Il fine sarebbe migliorare l’efficienza delle scuola, arrivando all’ambito traguardo di iniziare un anno scolastico con i docenti assegnati alle classi fin dal primo giorno. Resterebbe l’autonomia delle scuole nel fissare i programmi e i concorsi per le assunzioni resterebbero a livello regionale. I livelli essenziali di prestazione saranno fissati entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della legge.
Prima del trasferimento di competenze lo Stato dovrà approvare i livelli essenziali delle prestazioni. I tempi che il Governo si è dato sono di un anno.