Addio carta del docente: scende a 375 euro ma rischia di sparire del tutto, fine delle speranze per i precari
Ha vacillato nel corso della scorsa legislatura, quando il ministero dell’istruzione aveva ipotizzato un taglio della carta del docente per finanziare parte della formazione obbligatoria incentivata pensata nell’ambito della riforma del sistema di reclutamento docenti.
Carta del docente salva per il 2023
Adesso si torna a parlare di un taglio al bonus di 500 euro in vigore per i docenti con contratti a tempo determinato. Per il prossimo anno non dovrebbero esserci brutte sorprese, con la carta del cocente che dovrebbe essere erogata agli aventi diritto anche per tutto il 2023.
Ma poi potrebbe essere oggetto di ridimensionamento, chissà, fino anche a scomparire. Proprio mentre le sentenze dei giudici interpellati dai precari che fanno ricorso, danno sempre più ragione a chi nel mondo della scuola lavora ma ha la ‘colpa’ unicamente di non avere un contratto a tempo indeterminato, e per questo non considerato meritevole di un sostegno finalizzato all’aggiornamento professionale.
Revisione di spesa di oltre 100 milioni di euro
Il nuovo Governo sta riflettendo circa i fondi destinati a finanziare la carta del docente. Fondi che non dovrebbero essere oggetto di rivoluzioni con la legge di bilancio in via di definizione, ma la prossima. A rischio quindi la carta del docente per il 2024.
Tutto nasca dalla necessità di ottimizzare i fondi per la scuola, e per questo il Ministero dell’Istruzione e del Merito sta pensando a come attuare una revisione di spesa di oltre 100 milioni di euro indispensabile per far quadrare i conti.
Primo taglio a 375 euro
Le ipotesi più probabili, anche per non scatenare la rivolta di diretti interessati e sindacati, è quella di una decurtazione progressiva dell’importo. Il primo taglio potrebbe far scendere l’importo erogato di un quarto, facendo scendere il bonus attuale fino a 375 euro.
Questo di fatto sancisce la fine delle speranze per i precari di veder estesa la carta del docente anche nei loro confronti, considerato che diventa sempre più a rischio l’erogazione futura nei confronti di tutti i docenti.