Scuola

Fase transitoria reclutamento docenti: gestione del precariato e organico aggiuntivo mediante procedure certe, stabili e ricorrenti

Archiviata almeno la parte economica del rinnovo del contratto scuola, il nuovo ministero dell’istruzione dovrà concentrarsi da gennaio sul lavoro lasciato in sospeso dal precedente ministro Bianchi, che ha messo mano in maniera pesante alla riforma del reclutamento docenti.

I decreti abilitanti per i 60 Cfu

Una riforma pensata in ogni minimo dettaglio, e per la quale mancava soltanto l’attuazione di una serie di passaggi burocratici come i decreti attuativi, in particolar modo quelli inerenti i 60 Cfu abilitanti da acquisire tramite master universitari.

Un percorso ancora tutto da definire, soprattutto per quel che concerne la parte economica (il costo dei master dovrebbe essere calmierato e dovrebbe prevedere un tetto massimo oltre il quale le università non si potranno spingere nella richiesta ai partecipanti) e anche per quel che concerne i contenuti. Da definire anche la possibilità che si tratti di percorsi a numero chiuso o meno. L’idea del precedente ministero era quella di consentire l’accesso solo a un numero di partecipanti proporzionato al numero di immissioni in ruolo previste.

Fase transitoria della gestione del precariato

In altre parole, si vuole evitare di abilitare più docenti di quelli che possono poi ottenere una cattedra. Fondamentale sarà anche gestire la fase transitoria della gestione del precariato e riflettere sulla necessità di organico aggiuntivo.

Il Ministro dell’istruzione e del Merito Giuseppe Valditara punta a una riforma che consenta di espletare procedure certe, stabili e ricorrenti.

Lo scopo è apportare alcune migliorie anche in relazione alla riduzione del precariato e i percorsi transitori necessari. L’obiettivo è realizzare un quadro transitorio che a regime sia in grado di garantire la qualità del profilo docente e di attrarre quanti vogliano affacciarsi alla professione, garantendo il necessario rinnovamento generazionale“.