Rinnovo contratto scuola 2022: subito un altro rinnovo fino al 2024 con ulteriori aumenti di stipendio
L’accordo firmato in tempi brevi rispetto all’attesa degli anni passati tra sindacati e ministero per il rinnovo del contratto scuola è stato possibile unicamente in base all’impegno del Governo di reperire ulteriori risorse in vista del prossimo gennaio.
In attesa della parte normativa
La trattativa sul contratto proseguirà sulla parte normativa, ma anche quella economica andrà rivista in ottica nuovo contratto. Perchè, lo ricordiamo, il contratto appena rinnovato, peraltro non in maniera completa, è già scaduto e si dovrà subito intavolare una nuova trattativa.
La parte economica, inevitabilmente, è quella che catalizza maggiormente l’attenzione del personale scolastico e dei sindacati. Gli aumenti ottenuti a dicembre saranno validi unicamente se corroborati da ulteriori incrementi salariali.
Il contratto 2022-2024
Il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, in audizione al Senato ha spiegato le linee programmatiche del suo ministero. Il Governo intende rinnovare i contratti per la tornata 2022/2024 e potenziare gli organici, dato che la pubblica amministrazione (3.249.000 dipendenti) si è ridotta negli ultimi vent’anni di quasi 260.000 lavoratori. “A novembre abbiamo firmato i contratti per la scuola, la sanità e gli enti locali che aspettavano da molto tempo. Ora la sfida è guardare al prossimo ciclo di rinnovi 2022-2024″, ha spiegato alla Commissione.
“Dal Mef abbiamo ottenuto un primo segnale di postare 1 miliardo di euro come vacanza contrattuale: non è tanto l’entità della cifra ma diamo una segnale per riavviare il confronto”.
Una partita importante
Il valore dunque del rinnovo del contratto scuola appena firmato potrà essere soppesato unicamente in base all’eventuale ulteriore passo in avanti che il Governo vorrà fare per il periodo 2022-2024. In questo senso il nuovo esecutivo si gioca una partita importante in termini di fiducia e credibilità, perchè avrà la possibilità di attuare concretamente un’inversione di tendenza attesa da diversi anni e mai massa in atto dai precedenti governi. Provando a dare finalmente alla professione docente e scolastica quella valorizzazione di cui si parla di anni ma che si fa fatica a mettere in atto.