Graduatorie, Gps e supplenze

Caos algoritmo scuola: ecco perchè è andato in tilt, ma il giudice riassegna le cattedre

Arriva un’altra conferma dei difetti ormai conclamati dell’algoritmo utilizzato per l’assegnazione delle supplenze per il secondo anno consecutivo. Difetti riconosciuti anche dallo stesso ministero, che però non potrà intervenire prima del prossimo anno considerato che al momento la procedura è avviata da troppo tempo per poter essere soggetta a correttivi in corsa.

Cattedre riassegnate

A confermare che qualcosa non ha funzionato nell’algoritmo una recente sentenza in base alla quale due docenti sono state “risarcite” dell’incarico non assegnato dall’algoritmo che le aveva scavalcata a favore di colleghi con un punteggio inferiore in graduatoria.

Il ricorso al giudice del lavoro ha attivato «la procedura d’urgenza prevista dall’articolo 700». Il giudice ha accolto il ricorso con un sì all’istanza cautelare promossa dai legali. Le due insegnanti, intanto, firmeranno un contratto a tempo determinato per l’anno scolastico 2022-23. «Le due docenti possono rientrare subito al lavoro – argomenta ancora il sindacalista -. Adesso si deve valutare anche il fatto che, in virtù dell’esclusione e della successiva decisione del giudice, alle due insegnanti vengano retribuiti i due mesi precedenti».

Pochi test

Conferma anche da parte di una inchiesta di Wired, che dopo aver ottenuto la possibilità di visionare le carte ufficiali del ministero a seguito della richiesta di accesso agli atti ha verificato come non fossero stati effettuati i test necessari per un sistema che doveva gestire qualcosa come 850 mila supplenti. Test che erano stati richiesti dai sindacati ma che non sono stati mai svolti. Passaggio pagato a caro prezzo, insieme a bug non corretti e a errori materiali degli Uffici scolastici sulla corretta quantità di cattedre e di ore residue da coprire con docenti precari.

Le graduatorie incrociate

E così ad anno solare praticamente concluso, tante scuole non hanno ancora in cattedra i supplenti annuali definitivi e molti di essi sono rimasti a casa nonostante punteggi migliori di chi invece l’incarico lo ha ottenuto. Senza dimenticare il pasticcio delle graduatorie incrociate che ha provocato ulteriori danni sul sostegno, con incarichi assegnati a docenti non specializzati.