60 cfu insegnamento costo: corsi a numero chiuso per non abilitare più docenti di quanti possono essere stabilizzati
La definizione dei costi dei percorsi universitari abilitanti previsti dalla riforma del reclutamento sarà uno dei primi passaggi per avviare l’iter che porterà poi all’organizzazione dei prossimi concorsi scuola, ma non solo. Sono ancora da definire altre questioni come i contenuti degli stessi e i posti di accesso disponibili. Al momento, se dovesse essere confermata la strategia ipotizzata dal ministro Bianchi, si tratterebbe di percorsi a numero chiuso, sulla base delle disponibilità di posti.
La riforma del sistema di reclutamento docenti prevista nel Pnrr
La filosofia è quella di non abilitare più docenti di quanti poi potrebbero essere stabilizzati. In ogni caso da gennaio l’iter che porterà all’avvio della riforma del reclutamento dovrà necessariamente partire, e il primo passo sarà la definizione del Dpcm che regolamenterà il percorso di formazione iniziale dei docenti nella scuola di I e II grado.
La formazione è un elemento fondamentale della riforma del sistema di reclutamento dei docenti prevista nel Pnrr (M4C1-Riforma 2.1). Senza formazione iniziale infatti non si potrà partecipare ai concorsi. Sarà articolata in un percorso universitario o accademico abilitante che consentirà di ottenere almeno 60 crediti formativi, un periodo di tirocinio e una prova finale (articolata in una verifica scritta e una lezione simulata).
Finestra di accreditamento
Mancano pochi giorni alla fine dell’anno, ma il ministero spera ancora di definire i contenuti del Dpcm entro dicembre per attivare la finestra di accreditamento nella prossima primavera. Questo consentirebbe l’erogazione dei percorsi formativi nell’anno accademico 2023/2024.
Tornando ai costi, l’obiettivo del ministero è quello di stabilire un prezzo calmierato uniforme per tutte e università, che costituisca una garanzia di esborso economico non eccessivo per i partecipanti al corso che dovranno sopportare a proprie spese il percorso.
Accelerare i tempi
Il nuovo ministero dovrà recuperare i mesi persi da luglio in poi, quando i decreti attuativi sembravano a un passo dall’essere trasformati in concreto, in modo da accelerare le tempistiche e consentire l’avvio dei concorsi regolamentati dalla nuova riforma del reclutamento docenti.
I sindacati sono stati sempre dalla parte dei governi e mai degli operai, non ho mai fatto una tessera sindacale e mai la farò. Ma comunque dove le vedete le cifre degli arretrati se ancora il cedolino non c’è! Le sparate a caso?
Ormai i.figli degli operai sono dimenticati da tutti!
I governi succeduti fino ad oggi e anche i sindacati non si sono mai interessati dei precari!