Abilitazione straordinaria docenti di ruolo: decreti attuativi per i corsi abilitanti di formazione in ingresso
Non è stato un 2022 che potrà essere ricordato come l’anno della svolta nel contrasto al precariato, anzi. Il bilancio dice che il ricorso ai contratti a tempo determinato nella scuola è ancora eccessivo e la strada da intraprendere da parte del nuovo ministero si preannuncia come lunga e tortuosa.
Massiccio ricorso alle supplenze
I sindacati, dopo aver apposto la oro firma sul rinnovo del contratto scuola per quel che riguarda la parte economica, rimandando ogni discorso al prossimo anno per quel che concerne quella normativa, restano vigili e fiduciosi soprattutto per quel che riguarda la riforma del reclutamento.
Elvira Serafini, segretario generale dello Snals: “Sono dati che confermano le nostre preoccupazioni – commenta -. Il sistema dei contratti a termine non risponde alle esigenze della nostra scuola ma solo a logiche di contenimento della spesa pubblica. Non è più tollerabile che si faccia ricorso a supplenze per esigenze didattiche ormai consolidate. I posti di sostegno devono essere tutti ricondotti all’organico di diritto assicurando un organico aggiuntivo per esigenze straordinarie. L’iter di conversione del dl Aiuti quater ha trasformato gli emendamenti su organico aggiuntivo in ordini del giorno che impiegano il governo su organico aggiuntivo. Non basta!”.
Assunzioni da Gps
I sindacati hanno da tempo pronta la ricetta per ridurre il precariato e consentire alla scuola di invertire la rotta anche sulla base delle indicazioni europee. Ma il ministero non avrà vita facile nel tradurre queste idee in proposte concrete: “In tal senso bisogna aprire subito il confronto sul reclutamento che abbia come primo obiettivo l’eliminazione del precariato storico con assunzioni da GPS con adeguato periodo di formazione e prova finale ed avviare una stagione concorsuale regolare e con prove di accertamento della preparazione non basate su logiche puramente selettive con i quiz. Sul fronte del reclutamento è giunto adesso il momento di risolvere anche le criticità conseguenti all’attuale stato di svolgimento delle procedure concorsuali. Diventa assolutamente opportuno ed urgente predisporre un provvedimento che garantisca il diritto degli idonei ai concorsi ordinari del 2020 all’immissione in ruolo. Infatti successive procedure concorsuali potrebbero comportare la decadenza delle graduatorie di cui ai DD.DD. 498 e 499 del 2020. Occorre un provvedimento che assicuri l’abilitazione a tutti gli idonei del concorso straordinario bis di cui al DD 1081 del 6 maggio 2022”.
Formazione da 60 crediti universitari
L’ex ministro Bianchi aveva avviato una complessa riforma del reclutamento poi bruscamente interrotta con la mancata attuazione dei decreti che dovevano sbloccare la questione relativa alla formazione universitaria abilitante da 60 crediti, senza la quale la nuova stagione dei concorsi non può partire: “Urgenti i decreti attuativi necessari a far partire i corsi abilitanti di formazione in ingresso, che sono attesi da migliaia di docenti di ruolo su altro grado o classe di concorso, e dagli stessi specializzati nel sostegno privi di abilitazione. Ci attendiamo che il PNRR venga utilizzato anche per considerare la scuola luogo di investimenti e non di semplici tagli” conclude.
Mi chiedo come sia possibile che ci siano docenti di ruolo non abilitati e di contro laureati che hanno superato l’ultimo concorso ordinario che non hanno neanche avuto accesso alle graduatorie degli abilitati.E’ una vergogna
Premetto che non sono un’insegnante, il mio sguardo su ciò che sta succedendo nella scuola è perciò privo di coinvolgimento emotivo diretto.
Personalmente ritengo che i crediti formativi concorrano soltanto a finanziare le università. Poco fa erano 24 i crediti richiesti per l’accesso ai concorsi ora sono diventati 60 crediti obbligatori, tutti pagati da insegnanti che di formazione ne hanno accumulata enormemente di più di quella che gli impartisce l’assistente di turno all’università che non ha insegnato mai nella sua vita, mentre molti di loro si sono FORMATI sul campo, lavorando direttamente con i ragazzi tutti i giorni in situazioni anche molto difficili. Le regole sui punteggi per la formazione cambiano continuamente rendendo spesso vani gli sforzi (economici e di tempo) che sono stati richiesti ai professori dal ministero di turno per accedere a graduatorie e concorsi. Molti di loro, con anni di esperienza alle spalle, sono stati indegnamente scavalcati nei recenti concorsi da studentelli appena usciti dalle università e pieni solo di nozioni perché le prove concorsuali sono state indegnamente progettate e hanno puntato al solo nozionismo. E così di ruolo adesso nelle scuole sono entrati moltissimi insegnanti senza alcuna esperienza di insegnamento e sono rimasti fuori insegnanti che potevano arricchire il sistema scolastico con la loro esperienza raccolta in anni di contatto diretto con gli studenti. È uno schifo! E a pagarne le conseguenze sono sempre i ragazzi. Vergogna!