Ritardo pagamento supplenze brevi 2022: tutto fermo nonostante il fondo di 150 milioni di euro per il pagamento delle supplenze brevi e saltuarie
Nei giorni in cui il ministero provvede al pagamento degli arretrati per docenti e ata relativi all’aumento degli stipendi sancito con il rinnovo del contratto scuola, è ancora lontana da una soluzione la questione relativa al pagamento delle supplenze brevi 2022 in forte ritardo.
Senza stipendio da oltre tre mesi
C’era la speranza, più della convinzione, che la vicenda potesse giungere a risoluzione prima di Natale ma evidentemente così non è stato. E allora i sindacati tornano alla carica per cercare di tutelare i diritti dei propri iscritti: “Inaccettabile che docenti e personale Ata siano senza stipendio da più di tre mesi. Chiediamo più rispetto per chi è già in una condizione precaria, unica nel nostro Paese”. Lo ha detto il Segretario generale della Uil Scuola Rua Giuseppe D’Aprile commentando i ritardi nei pagamenti per i supplenti precari che hanno lavorato nel primo trimestre dell’anno in corso.
Incremento dei fondi
La situazione dei tanti supplenti e neoassunti a tempo indeterminato in questo nuovo anno scolastico, 2022/23 non accenna a sbloccarsi. E così è stato un Natale amaro per coloro che non hanno ancora ricevuto lo stipendio. Una situazione che i sindacati definiscono inaccettabile, considerato che per questi insegnanti precari la beffa si unisce al danno di una condizione di incertezza contrattuale e alle difficoltà del momento economico attuale. Il Governo ha incrementato di 150 milioni di euro il fondo per il pagamento delle supplenze brevi e saltuarie con il DL N.179 del 23 novembre che proroga gli sconti sul carburante. Ma non è servito a erogare gli arretrati.
Emissioni speciali diventate ordinarie
“Ci auguriamo che queste risorse arrivino – prosegue il Segretario generale della Uil Scuola Rua – non è più accettabile che l’ordinarietà dei pagamenti si sia trasformata da troppo tempo ormai in emissioni speciali da parte del Mef, e che docenti e personale Ata, siano da più di tre mesi senza stipendio”.
La situazione riguarda migliaia di precari della scuola che nella stragrande maggioranza dei casi lavorano lontani dai propri affetti e dalla loro famiglia. Per loro solo grandi sacrifici e nessun riconoscimento, nemmeno dei diritti basilari. La contraddizione è che proprio loro nonostante la loro situazione di precarietà, reggono il funzionamento della scuola e consentono alle lezioni di andare avanti.
“Per questo – conclude D’Aprile – ci siamo già impegnati richiedendo un intervento urgente al Ministero dell’Istruzione e del merito per ripristinare un diritto costituzionalmente garantito“.