Carta docente precari: anche a quelli a tempo pieno, se riconosciuta a chi di ruolo in part time
Prosegue la doppia direzione in cui viaggia, apparentemente in contraddizione, la carta dei precari. Da un lato le ultime decisioni del ministero e del Governo portano a pensare che il bonus da 500 euro sia destinato a essere ridimensionato e poi a scomparire.
L’importanza dell’aggiornamento professionale
Dall’altro lato prosegue la battaglia dei docenti precari per vedersi riconosciuto un diritto, vedendosi inoltre dare man forte dalle sempre più frequenti sentenze dei tribunali che confermano come anche gli insegnanti senza contatto a tempo indeterminato abbiano diritto a ottenere un sostegno per l’aggiornamento professionale.
In particolare la giustizia sempre più frequentemente ha sottolineato che nell’introdurre la “carta Docenti” il legislatore ha deciso di riconoscere questo diritto solo ai docenti assunti a tempo indeterminato anche se part time. Una decisione che appare in contrasto con la parità di trattamento nei confronti dei docenti assunti a tempo determinato.
Contraddizione intrinseca
Una contraddizione che non trova apparente giustificazione, dal momento che a prescindere dal tipo di contratto sottoscritto, non si ravvisa alcuna diversità nella prestazione lavorativa svolta.
Secondo la giustizia, se la carta viene riconosciuta ai docenti in part time, di ruolo non può non essere riconosciuta ai docenti precari che a tempo pieno coprono l’intero periodo lavorativo.
Anche per il personale ATA
Questo porta a concludere che tutto il personale docente, precario o di ruolo, ha diritto ad avere lo stesso livello di aggiornamento professionale e formazione. Il problema è che mentre la giustizia si orienta sempre più verso l’ampliamento della platea dei beneficiari, con i sindacati che spingono addirittura affinchè in questa platea vengano considerati anche gli appartenenti al personale Ata, la direzione che sembra prendere la politica è di destinare i fondi riservati all’aggiornamento professionale del personale scuola verso altri obiettivi. Con il risultato che potrebbe esserci la beffa di ottenere il riconoscimento di un diritto proprio mentre lo stesso sta per scomparire progressivamente.