Tfa sostegno 2023 requisiti: accesso senza selezione per chi ha servizio su posto di sostegno
C’è grande attesa tra gli aspiranti docenti di sostegno, categoria verso la quale si registra un’attenzione crescente da parte del nuovo ministero, per capire le novità legate al prossimo TFA sostegno VIII ciclo. In particolare, c’è grande interesse attorno alla possibilità che si possa prevedere un accesso senza selezione per chi ha prestato servizio su posto di sostegno.
La normativa
Una volontà dichiarata dal nuovo ministro dell’Istruzione Valditara e anche della Ministra dell’Università Annamaria Bernini. Ma ci sono ancora molti punti da chiarire e definire in questo senso prima che la decisione possa essere considerata definitiva.
Al momento, la normativa che regola il Tfa sostegno è sancita dal testo della legge 79/22 che per l’acceso a questo tipo di corsi prevede anche l’abilitazione.
I docenti a tempo indeterminato
Secondo la normativa, infatti, ai percorsi di specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità accedono nei limiti della riserva di posti stabilita con decreto del Ministero dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministero dell’istruzione, coloro, ivi compresi i docenti assunti a tempo indeterminato nei ruoli dello Stato, che abbiano prestato almeno tre anni di servizio negli ultimi cinque su posto di sostegno nelle scuole del sistema nazionale di istruzione, ivi compresi le scuole paritarie e i percorsi di istruzione e formazione professionale delle regioni, e che siano in possesso dell’abilitazione all’insegnamento e del titolo di studio valido per l’insegnamento“.
Una vocale decisiva
Abbiamo parlato molte volte della questione della “e” che avrebbe invece dovuto essere una “o”, modifica che potrebbe arrivare a breve e che qualcuno nel mondo politico ritiene un errore non casuale. La realtà è che al momento perchè si possa correggere questa che non è detto sia una semplice svista, serve una modifica del testo. Modifica che interessa soprattutto i docenti privi dell’abilitazione su classe di concorso, in possesso solo del titolo di studio + gli anni di servizio richiesti.
E’ necessaria la sostituzione della lettera ‘e’ con la lettera ‘o’. Una piccola modifica di una vocale che consentirebbe però ai precari di veder notevolmente facilitato l’accesso al Tfa. Una modifica che consentirebbe di risolvere la questione dell’accesso riservato ai corsi di specializzazione di chi vanta almeno tre annualità di esperienza sul sostegno negli ultimi cinque anni. Lo scopo della modifica è consentire di attuare una maggiore continuità con la normativa precedente, considerato che la “e” presente nel testo attuale è frutto di una svista nella fase di trascrizione, che si configura quindi come semplice errore materiale ma che per i precari rappresenta uno scoglio di accesso non da poco.
Due ministeri coinvolti
Nelle GPS provinciali di seconda fascia sono presenti gli insegnanti che entro il 31 maggio 2022 possono vantare almeno tre anni di servizio specifico su posto di sostegno.
Come detto il tema riguarda in maniera incrociata sia il ministero dell’Istruzione che quello dell’Università. E infatti proprio la Bernini ha manifestato l’intenzione di attuare “la norma transitoria relativa alla riserva di posti per l’accesso ai percorsi di specializzazione sulle attività di sostegno agli alunni con disabilità, assicurando una corsia preferenziale a quei docenti, assunti sia a tempo indeterminato che a tempo determinato, che abbiano maturato tre anni di servizio, negli ultimi cinque”.
Da capire adesso se sarà richiesto che i tre anni di servizio su posto di sostegno debbano necessariamente essere riferiti al grado di scuola per cui si partecipa. Solo quando si avranno le idee chiare in merito si potrà capire meglio quale sarà la la platea degli interessati.
Le esigenze degli studenti
La certezza è che si vogliono trovare strumenti utili a fornire agli studenti che necessitano di insegnanti di sostegno personale specializzato, e soprattutto che questo non sia precario, in modo che possa essere garantita quella continuità didattica fondamentale per qualunque studente, ma che in questo particolare contesto assume un’importanza ancora maggiore.