Noipa

Stipendio docenti gennaio 2023: brutta sorpresa nel cedolino Noipa già visibile

E’ visibile sul sito ufficiale di Noipa il cedolino relativo allo stipendio di gennaio per tutti i dipendenti della scuola. Il cedolino è disponibile sia per docenti che per personale ATA, sia che dispongano di un contratto a tempo indeterminato che determinato al 31 agosto e 30 giugno 2023. Non è ancora invece disponibile l’accredito, per il quale, anche in virtù del weekend, sarà necessario aspettare lunedì 23 gennaio.

Brutta sorpresa in busta paga

“I lavoratori della scuola tra qualche giorno riceveranno il primo stipendio del 2023 e scopriranno di avere avuto un aumento di vacanza contrattuale che si aggira sui 10 euro, quindi solo un decimo rispetto a quanto previsto per legge in attesa della stipula del nuovo contratto nazionale 2022-2024 ancora in altissimo mare.

Questa miseria si somma al +4,2% incassato a dicembre, che ha portato a docenti e Ata (che con 25 mila euro medi lordi annui sono i meno pagati della PA) circa 120 euro di arretrati e fino a 2.500 euro di arretrati: se pensiamo che ai 135 mila medici che hanno già uno stipendio medio di 84 mila euro, l’aumento per il rinnovo contrattuale che si sta prefigurando è di 585 euro, con 25 mila euro di arretrati, possiamo tranquillamente dire che lo Stato tratta i suoi dipendenti con pesi e misure diversificate”: lo dice Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato della scuola Anief.

Il cedolino di gennaio

Con il cedolino di gennaio saranno visibili le novità che NoiPA ha implementato dal mese di dicembre inerenti le modifiche che saranno rese operative in attuazione del CCNL di dicembre, con il quale è stata rinnovata la parte economica del contratto scuola. La trattativa ha consentito sia di implementare gli aumenti di stipendio sia di provvedere al saldo degli arretrati, avvenuta negli ultimi giorni dello scorso anno.

Archiviata la parte economica, anche se non completamente soddisfacente per i diretti interessati, soprattutto per quel che concerne gli arretrati percepiti inferiori alle attese, in questi giorni ministero e sindacati si sono nuovamente seduti attorno al tavolo delle trattative per discutere l’ancor più complessa parte normativa del contrato scuola.

Per quel che riguarda gli aumenti di stipendio docenti e Ata, è stato già effettuato adeguamento tabellare. Invece l’elemento perequativo cessa da febbraio ed è inglobato nello stipendio. La procedura stata ufficializzata da un messaggio NoiPa.

NoiPa precisa che sono stati adeguati “gli importi tabellari di stipendio con decorrenza 1° gennaio 2019, 1° gennaio 2020 e 1° gennaio 2021, come da Tabelle allegate al CCNL, con riassorbimento dell’indennità di vacanza contrattuale (codice assegno 118) erogata a partire dall’1° aprile 2019”.

Stipendio tabellare

Nel cedolino è presenta la voce “stipendio tabellare” che rappresenta l’elemento principale dello stipendio. Il suo ammontare è legato alle tabelle stipendiali vigenti e allegate al CCNL del Comparto scuola/Istruzione.

Le tabelle stipendiali relative a ogni profilo professionale, sono divise in fasce a seconda dell’anzianità di servizio maturata dal dipendente.

Indennità integrativa speciale

Nel cedolino è presente anche l’indennità integrativa speciale (IIS). SI tratta di un importo che ogni dipendente percepisce ogni mese (anche con la tredicesima) e che viene erogato a tutti i profili professionali. Lo scopo di questo importo è quello di adeguare lo stipendio tabellare all’aumento del costo della vita. Dal 2003 è appunto conglobata nella voce dello stipendio tabellare.

Indennità di vacanza contrattuale

Nel cedolino di gennaio c’è anche l’indennità di vacanza contrattuale, elemento dello stipendio versata ai dipendenti dallo Stato nei periodi intercorrenti tra la scadenza di un CCNL di comparto e la sottoscrizione del successivo. Una sorta di rimborso per l’attesa che i dipendenti devono subire fin quando non viene completata la trattativa.

Elemento perequativo

La voce “elemento perequativo” è presente dal 2017, ha lo scopo di sostenere i redditi più bassi. Va dai 3 ai 19 euro mensili.

Ex bonus Renzi

Percepiscono il “bonus Renzi” in busta paga esclusivamente i lavoratori con reddito non superiore a € 15.000. Per tutti gli altri fino al limite di € 28.000, il bonus è invece assorbito dalle nuove detrazioni fiscali in busta paga, secondo certi limiti previsti dalla normativa.