Scuola

Trattativa rinnovo contratto scuola: obiettivo 2mila euro netti a docente in busta paga

Prosegue il dibattito sulla possibilità di introdurre stipendi differenziati a seconda delle diverse regioni in cui lavorano i docenti, adeguandoli al costo della vita delle città in cui si vive e lavora. Scelta che porterebbe di conseguenza a una ulteriore spaccatura tra Nord e Sud, e che già adesso sta dividendo, tra chi la ritiene sensata e chi invece ritiene inaccettabile pagare a livello nazionale due dipendenti pubblico in maniera diversa a seconda di dove lavorano.

No alla differenza di stipendi a livello nazionale

E’ comunque lo spunto utile per ribadire la necessità di un ulteriore aumento degli stipendi degli insegnanti. Il recente rinnovo del contratto scuola, già scaduto, ha consentito di porre parziale rimedio a una situazione ferma da anni. Ma c’è da discutere il contratto scuola attuale, che scadrà nel 2024 e che dovrà essere l’occasione per irrobustire ulteriormente le retribuzioni di una delle categorie al contempo più importanti e più trascurate della società italiana.

La capogruppo dem alla Camera, Debora Serracchiani, è intervenuta in Aula per chiedere un’informativa urgente del ministro Valditara sul tema della differenziazione degli stipendi: “Sono idee che ci preoccupano perché significherebbero una desertificazione della scuola pubblica nel nostro Mezzogiorno. Preoccupazioni che aumentano perché si accompagnano al progetto di autonomia differenziata del ministro Calderoli”.

Obiettivo 2mila euro netti in busta paga

E’ stata l’occasione per proporre, da parte del Pd, un aumento graduale degli stipendi degli insegnanti, da qui al 2027. Costo complessivo: 8 miliardi di euro. “Presenteremo un atto che solleciti il governo ad intervenire”, spiega Serracchiani. L’obiettivo, ha aggiunto Francesco Boccia, è arrivare a 2mila euro netti in busta paga.

Sulla stessa lunghezza d’onda, i due candidati principali alla segreteria del Pd, Stefano Bonaccini ed Elly Schlein.

Un tema che unisce il Pd con il M5S, concorde nella necessità di adeguare gli stipendi dei docenti. Lo sostiene la capogruppo pentastellata al Senato, Barbara Floridia, che propone “un piano con un cronoprogramma certo per consentire al nostro Paese di raggiungere quantomeno il livello medio stipendiale dei prof del resto d’Europa”.